12.  DAL PALEOCRISTIANO ALL'ALTO MEDIOEVO 

L'arte paleocristiana

Lo studio di un'arte originale

Si definisce paleocristiana l’arte prodotta nelle comunità cristiane tra la metà del III e la fine del VI secolo. L’aggettivo "paleocristiano" entra nell’uso a partire dalla metà del XIX secolo.
Esso contiene il prefisso di origine greca paleo-(palaiós), che significa "antico", e traduce alla lettera il termine tedesco altchristlich, coniato nell’Ottocento dallo studioso tedesco Franz Kugler, il primo a definire nella sua specificità e originalità questa fase della storia dell’arte.
Lo studio delle testimonianze archeologiche del Cristianesimo primitivo si chiama invece archeologia cristiana (o sacra); anche questa espressione risale alla seconda metà del XIX secolo, ma l’interesse per i resti archeologici cristiani, stimolato spesso da specifiche motivazioni religiose, inizia già nella seconda metà del Cinquecento e ha come maggior risultato la scoperta delle catacombe.

Dal Tardoantico al Paleocristiano

Molti temi e caratteri stilistici dell’arte paleocristiana si sviluppano da quelli dell’arte tardoimperiale, tanto che spesso le prime opere cristiane vengono studiate insieme a quelle di contenuto pagano, sotto la denominazione di Tardoantico. Tuttavia dividere la trattazione dell’arte paleocristiana da quella tardoantica consente di comprendere con chiarezza la nascita e la formazione dei modelli architettonici e iconografici della nuova religione. È con l’arte paleocristiana che, nella rappresentazione dei principali soggetti religiosi, vengono a stabilirsi regole e consuetudini iconografiche che saranno impiegate per secoli nell’arte europea.
Le tipologie architettoniche degli edifici di culto cristiani derivano da modelli romani. Il caso principale è quello della basilica, che adatta a scopi religiosi l’impianto della basilica romana conservandone il nome. Questo impianto rimane quello più utilizzato per le chiese fino quasi ai nostri giorni. Anche i monumenti destinati alle sepolture hanno una struttura simile a quella dei monumenti romani, mentre i battisteri si ispirano per alcuni aspetti agli edifici termali.

L'arte come strumento di comunicazione

Nell’arte cristiana il linguaggio figurativo ha la funzione di comunicare ai fedeli i temi religiosi: papa Gregorio I, detto Gregorio Magno (590-604), afferma a tal proposito che la pittura è la «Bibbia degli illetterati». Questa funzione dell’arte diviene sempre più importante perché, mentre si affermano le lingue volgari, la lingua dei riti religiosi rimane il latino – che ormai pochi capiscono – come pure quella della Bibbia, di cui si utilizza la Vulgata editio, cioè la traduzione in latino (dall’ebraico e dal greco) realizzata alla fine del IV secolo da san Girolamo.

Dossier Arte - volume 1 
Dossier Arte - volume 1 
Dalla Preistoria al Gotico