L’architettura religiosa

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L’architettura religiosa

I templi etruschi

Dei luoghi di culto etruschi, se si escludono quelli naturali, sono giunte sino a noi scarse testimonianze. A parte il basamento, realizzato in pietra, e il tetto, costruito in terracotta, i templi erano infatti edificati con materiali deperibili, tra cui legno e mattoni crudi, secondo le norme contenute nei libri rituales, testi sacri della religione etrusca che regolavano anche l’architettura dei templi. Nonostante questo, grazie a modellini votivi e a ritrovamenti di fondamenta e di altri elementi architettonici, è stato possibile ricostruirne la struttura (23).
Molte informazioni sono inoltre giunte sino a noi grazie all’architetto romano Vitruvio, che nel suo De architectura classificava i templi etruschi sotto un nuovo ordine architettonico, diverso dai tre ordini architettonici greci: l’ordine tuscanico (25). Egli si basava in particolare sull’aspetto delle colonne, che ricordavano quelle doriche ma, a differenza di quelle, avevano il fusto liscio e poggiavano su una base.
Il tempio etrusco, scriveva Vitruvio, era collocato su un basamento costituito da grandi blocchi di pietra, cui si accedeva tramite una scalinata posta sulla fronte dell’edificio e orientata a mezzogiorno (cioè verso la parte del cielo da cui si credeva giungessero gli auspici, i segni inviati dagli dèi e interpretati dagli àuguri, i sacerdoti etruschi).
L’area del tempio era divisa in due zone: una anteriore, detta pronao, con colonne in legno o mattoni di argilla cotti al sole, disposte in due file; e una posteriore, costituita, sempre secondo Vitruvio, da tre celle coperte, ognuna delle quali era dedicata a una divinità (Tinia, Uni e Menerva). Studi recenti hanno in realtà dimostrato che il tipico tempio etrusco era a una sola cella, talora fiancheggiata da due alae (corridoi). Ne è un esempio il Tempio dell’Ara della Regina a Tarquinia (26), risalente alla metà del IV secolo a.C.
Il tempio etrusco, inoltre, presentava elementi decorativi fittili, in buona parte realizzati serialmente a stampo. Si trattava di acroteri e antefisse in terracotta dipinta, a forma di testa femminile o di creature mitologiche, come per esempio la Gorgone proveniente da Veio e conservata oggi al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma (24). Sono stati rinvenuti anche frammenti di fregi dipinti, gruppi statuari in terracotta che erano collocati all’interno dei frontoni o sui tetti, come il celebre Apollo, proveniente anch’esso da Veio (► pp.188-189), e statue di culto.

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico