L’architettura funeraria

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L'architettura funeraria

Le tombe a pozzetto

Nel periodo villanoviano (900-720 a.C. circa), contraddistinto dall’uso quasi esclusivo del rito a incinerazione, le sepolture presentano in genere una struttura a pozzetto, al cui interno venivano deposti il vaso con le ceneri del defunto e il corredo funebre, costituito da vasellame, armi e oggetti di uso quotidiano. All’esterno, le tombe erano probabilmente segnalate da cippi o massi.

Le tombe ipogee

Con l’emergere delle differenze sociali, la struttura di alcune tombe si fa progressivamente più monumentale. Se il terreno è tufaceo, vengono scavati uno o più ambienti sotterranei (ipogei). Come si vede nella Tomba dei Leoni dipinti (27) di Cerveteri, della metà del VII secolo a.C., il soffitto è a doppio spiovente con trave centrale o con altri elementi di copertura tipici delle abitazioni. Dalla prima metà del VI secolo a.C. la pianta della tomba prevede un corridoio (drómos) di accesso, un atrio a pianta quadrata o rettangolare e una camera sepolcrale dove, su letti funebri, all’interno di sarcofagi in legno o pietra, sono deposti i defunti. Tale pianta corrisponde a quella della casa patrizia, con l’ingresso, l’atrio, il tablino (lo studio) e il triclinio (la sala da pranzo).
A Perugia, l’Ipogeo dei Volumni (28-29), del III secolo a.C., presenta ancora la pianta con breve drómos e vestibolo allungato coperto da tetto a doppio spiovente che imita la travatura lignea. Sulle pareti del vestibolo si aprono porte che danno accesso ad altre celle, e gli ambienti sono decorati da elementi scultorei, come maschere gorgoniche.

Le tombe a tumulo e le tombe rupestri

Dove invece il terreno, specialmente se argilloso, richiede una costruzione muraria, la copertura della camera, di solito a pianta rettangolare ma talvolta anche circolare è, nella tarda fase Orientalizzante e nella successiva Età Arcaica, a falsa volta, composta cioè da filari di pietre aggettanti sovrapposti uno sull’altro fino alla lastra di copertura, o a falsa cupola, cioè con pietre aggettanti disposte in cerchi concentrici dal diametro decrescente. Le tombe del Sodo di Cortona, per esempio, presentano coperture a falsa volta, mentre nella prima tomba della Pietrera di Vetulonia la copertura è a falsa cupola (30). In ogni caso la camera sepolcrale, che a volte è preceduta da un drómos e può presentare più ambienti costruiti in periodi diversi, è sormontata all’esterno da un tumulo, cioè da un cumulo di terra leggermente conico, retto alla base da un anello in muratura o in roccia intagliata (tamburo). Appartengono a tale concezione monumentale, in sintonia con l’ideologia tesa al prestigio assoluto dei princìpi etruschi, gli imponenti tumuli funerari del Sodo di Cortona; uno di questi, il tumulo II, presenta un’imponente altare-terrazza con raffinate decorazioni scolpite sul corrimano e alla base delle balaustre (31).
Gradualmente, con la formazione di un nuovo ceto medio, le tombe divengono più piccole e tendono a uniformarsi per struttura. La necropoli di Crocifisso del Tufo (32), per esempio, è costituita da tombe rettangolari in blocchi isodomi di tufo, disposte lungo l’asse viario.
La tipologia a tomba circolare ritorna anche in Età Ellenistica (benché prevalgano la pratica dell’incinerazione e l’uso di piccole urne), insieme al tipo a camera rettangolare unica con volta a botte, talora ricoperta all’esterno da un tumulo a imitazione delle sepolture più antiche.
Nelle necropoli della regione viterbese (Castel d’Asso, Norchia) e di Sovana (Grosseto), infine, si sono conservati i resti di monumenti funebri di forte impatto scenografico, ricavati nella roccia tufacea. Ve ne sono a forma di dado con finta porta (il sepolcro vero e proprio, a camera, sta al di sotto del dado), di casa o addirittura di tempio a colonne, con frontone triangolare o a copertura piana, come la celebre Tomba Ildebranda di Sovana (33).

Dossier Arte - volume 1 
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Dalla Preistoria al Gotico