LE PIASTRINE
Le piastrine non sono cellule vere e proprie ma frammenti di grosse cellule prive
di nucleo (come i globuli rossi), continuamente prodotte nel midollo osseo. Hanno forma irregolare e vita breve: rimangono pochi giorni nel flusso sanguigno prima di essere distrutte dal fegato e dalla milza. In 1 mm3 di sangue se ne contano circa 300 000.
Le piastrine intervengono nella coagulazione del sangue, il processo che blocca le
emorragie, ossia la fuoriuscita di sangue dalle ferite. Quando, in seguito a un piccolo taglio o a una ferita, un vaso sanguigno viene leso (7a), le piastrine si addensano ai bordi della ferita e innescano un processo che trasforma il fibrinogeno, una proteina del plasma, in fibrina, un’altra proteina di aspetto filamentoso che forma una sorta di reticolo attorno alla lesione (7b). Nelle maglie di questo reticolo restano imbrigliate le cellule del sangue (7c) e, a mano a mano che le piastrine stringono il reticolo sempre di più, si crea una specie di tappo: il coagulo (7d). A contatto con l’aria, il coagulo si secca: è la crosta, che impedisce al sangue di uscire; attraverso il coagulo può filtrare solo un liquido chiaro, il siero, ossia il plasma privo del fibrinogeno. Oltre a questa funzione fondamentale, le piastrine hanno anche il compito non meno importante di mantenere il sangue fluido all’interno dei vasi sanguigni.
(7) La coagulazione
La coagulazione del sangue in una sequenza fotografica scattata al microscopio elettronico:
a. Da un capillare lesionato esce sangue (globuli rossi).
b. La fibrina forma il suo fitto intreccio di fibre.
c. I globuli rossi restano intrappolati dai filamenti di fibrina (le piccole masse chiare sono piastrine).
d. Le piastrine, grazie ai loro prolungamenti capaci di contrarsi, stringono le maglie formando un coagulo.