SCIENZA & RICERCA

E SE CI FOSSE ACQUA ALL’INTERNO DELLA TERRA?

È questa la domanda alla quale, da molti anni, gli scienziati cercano di dare risposta. Una scoperta recentissima sembra avvalorare la teoria della presenza di acqua “al centro” della Terra, portata avanti da un gruppo di ricercatori dell’Università di Alberta, in Canada, a cui ha partecipato anche un geologo italiano dell’Università di Padova.
La scoperta riguarda un minerale, la ringwoodite, ritrovato in Brasile all’interno di un diamante proveniente da circa 400 km di profondità (mentre, di norma, questo minerale si trova a profondità comprese tra 520 e 660 km).
Fino a qualche tempo fa non era mai stato trovato nessun campione naturale terrestre di ringwoodite: la sua esistenza era stata solo ipotizzata; gli scienziati l’avevano prodotta sinteticamente in laboratorio a partire dall’olivina, abbondantemente presente all’interno della Terra. Il ritrovamento, pertanto, è eccezionale perché conferma le ipotesi secondo cui la ringwoodite contiene al suo interno notevoli percentuali di acqua (fino a circa il 2,5%): secondo i ricercatori la quantità di acqua intrappolata all’interno di questi minerali sarebbe pari all’incirca a quella di dieci oceani profondi come il Pacifico.
Essenziale alla scoperta è stato il fatto che il minerale fosse inglobato proprio in un diamante. I diamanti, infatti, si formano nel mantello e, inglobati a loro volta in rocce ricche di olivina, arrivano in superficie attraverso le eruzioni vulcaniche: possono quindi percorrere centinaia di chilometri di risalita dalle profondità della Terra in poche ore. È grazie all’elevata velocità con cui è risalito in superficie che il diamante ha potuto conservare intatta la ringwoodite e portare alla conferma della presenza di acqua al suo interno.
Il ritrovamento apre inoltre ad altri scenari, perché suggerisce che una parte dell’acqua presente sulla superficie del Pianeta potrebbe essere risalita dal mantello, dove era intrappolata.


Il campione di ringwoodite è stato rinvenuto perché inglobato all’interno di un diamante che, grazie a un’eruzione vulcanica, è risalito verso l’alto per centinaia di chilometri in poche ore. Questo ha permesso alla ringwoodite di conservare intatto il suo contenuto di acqua.

Scienze evviva! - volume D
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La Terra