Confronti: Cavalli in battaglia

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Cavalli in battaglia

La guerra, purtroppo, è una costante nella storia dell’umanità. Battaglie feroci, conflitti, duelli, si sono sempre alternati a periodi più o meno lunghi di pace, in tutti Paesi del mondo e in quasi tutte le culture.
L’arte, di conseguenza, ha spesso raffigurato gli episodi più significativi di questi periodi così violenti e degradanti per il progresso della civiltà.
In Guernica, hai visto come Picasso abbia denunciato gli orrori della guerra, dichiarandosi apertamente a favore della pace. La sua celebre opera mostra gli orrori di un bombardamento, e puoi confrontarla con una ricca serie di immagini che ci giungono da tutti i periodi della storia dell’arte. Il cavallo, che era fondamentale per aiutare l’uomo nei combattimenti, è molto frequente.

Fra gli oggetti rinvenuti nel cimitero reale dell’antichissima città-stato di Ur, in Mesopotamia, spicca il cosiddetto Stendardo di Ur (vedi pagina 28).
Nel lato qui riprodotto puoi notare in basso i carri militari trainati dagli onagri, cioè i kulan, tipici animali dell’Asia Minore, che travolgono impietosamente il nemico. Nella fascia mediana l’esercito sfila preceduto dai prigionieri che, nel livello superiore, sono condotti al cospetto del re, raffigurato più alto degli altri.

Sulla parete di una splendida tomba etrusca vedi raffigurato un particolare della mitica storia della Guerra di Troia: l’agguato che Achille, nascosto dietro un pozzo, tende al giovane e bellissimo Troilo, figlio di Ecuba, che a cavallo si reca alla fonte. Troilo amava molto i suoi cavalli, che trattava con grande cura e gentilezza.

Nei pannelli in cui Paolo Uccello raffigura le diverse fasi della Battaglia di San Romano (che nel 1432 vide i Fiorentini vincere sui Senesi), il cavallo è uno degli elementi principali della composizione. Sembra che Picasso vi si sia ispirato per la sua rappresentazione del bombardamento di Guernica. Uno dei pannelli, infatti, è conservato al Museo del Louvre a Parigi, la città dove Picasso abitava.

Leonardo ha studiato a lungo la figura del cavallo. In particolare sognava di realizzare un colossale monumento equestre per il duca Ludovico il Moro, che doveva raffigurare suo padre, Gianfrancesco Sforza. Ma il cavallo, di cui era riuscito a realizzare uno splendido bozzetto in gesso, non fu mai portato a termine.

Giulio Aristide Sartorio, pittore italiano attivo fra Ottocento e Novecento, si ispira al fregio del Partenone, conservato al British Museum di Londra, e raffigura cavalli particolarmente realistici, in una scena molto concitata.

Arte Attiva 
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