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La scultura celebra il potere e il carattere divino del faraone non solo attraverso i simboli regali (come lo scettro e il copricapo) e la solennità delle pose e dei gesti: anche le dimensioni gigantesche, come nel caso delle statue colossali che ornano i templi, oppure la scelta di materiali “durevoli” come il granito o la diorite (un tipo di granito nero) evidenziano l’idea di immortalità e di eternità del faraone.
Nelle tombe sono state ritrovate anche statue di piccole dimensioni che riproducono schiavi e gente del popolo impegnati nelle occupazioni quotidiane: agricoltori intenti a zappare, donne che macinano, pescatori. Essi rappresentano i servitori che accompagneranno l’anima del defunto nell’aldilà in modo da garantirgli tutti gli agi di cui godeva nella vita terrena. Queste statuette sono realizzate per lo più in materiali “poveri”, come legno o calcare dipinto, e mostrano una maggiore libertà rispetto al canone ufficiale: le figure sono più vivaci e naturali, i movimenti appaiono più sciolti. Talvolta le statuette riproducono anche personaggi di alto rango, come lo scriba nella pagina a fronte. Nelle tombe sono stati rinvenuti anche piccoli oggetti in un un materiale chiamato faïence o “blu egizio”, una ceramica resa smaltata da un’invetriatura azzurra: con la loro brillantezza, gli oggetti così decorati assumono la funzione simbolica di illuminare la vita del faraone nell’aldilà.