In sintesi
Gli Egizi ci hanno lasciato monumenti di una grandiosità senza uguali, costruiti per resistere al tempo: le piramidi, cioè le tombe dei faraoni derivate da monumenti funebri più antichi chiamati màstabe; i templi, cioè le “case” delle divinità; le statue colossali di dei e faraoni, che si configurano come veri e propri monumenti celebrativi.
Le tombe dove vengono deposti i corpi imbalsamati dei faraoni e delle personalità più importanti riflettono la credenza degli Egizi in una vita nell’aldilà: pitture murali e rilievi figurati riproducono temi religiosi o scene di vita quotidiana che rappresentano un legame con la vita terrena del defunto. Gli oggetti sontuosi e le statuette di servitori ritrovati nelle tombe hanno la funzione di garantire al defunto, nell’aldilà, tutti gli agi possibili.
Per millenni, l’arte degli Egizi non cambia regole e stili, rispecchiando l’immobilità della società egizia. In pittura come in scultura si segue un canone di rappresentazione che stabilisce regole precise soprattutto per quanto riguarda la figura umana. Nella pittura murale e su papiro, le figure appaiono piatte, bidimensionali: le parti del corpo sono rappresentate secondo proporzioni fisse e in posizioni convenzionali; i colori sono piatti. Spesso le scene complesse sono suddivise in fasce orizzontali per facilitarne la lettura. Nella scultura, pose solenni, sguardi fissi e simboli regali caratterizzano le statue dei faraoni, sottolineando il loro distacco dagli altri esseri umani.
Le opere d’arte sono quasi sempre accompagnate da geroglifici, disegni schematici (pittogrammi) di uomini, animali, piante, oggetti…, che formano una scrittura.