ZOOM: Le arti di Matisse

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Le arti di Matisse

La Danza e La Musica sono due grandi quadri commissionati a Matisse dal collezionista russo Sergei Shchukin per decorare la parete di uno scalone della sua casa a Mosca. Questi dipinti appartengono a un periodo in cui Matisse si è ormai lasciato alle spalle l’esperienza fauve e la pittura all’aria aperta per dedicarsi interamente alla figura umana, in particolare al nudo, abbandonando la tecnica del colore diviso. La storia di queste tele è particolare: esposte al Salon parigino del 1910, furono criticate per le forme semplificate e i colori accesi, e solo il poeta Apollinaire le difese. Anche Shchukin a Parigi decise in un primo momento di rifiutarle, e cambiò idea solo al suo ritorno in Russia. Oggi sono considerate fra le più innovative opere dell’epoca, soprattutto per i colori puri in perfetta armonia con le figure dalle forme essenziali.

Autore Henri Matisse
Opera LA DANZA e LA MUSICA
Data 1910
Tecnica Olio su tela
Misure 260 x 389 cm ciascuno
Luogo San Pietroburgo, Ermitage © Succession H. Matisse/SIAE 2013



I colori, dati con stesure piatte soprattutto per definire i corpi delle figure, sono straordinariamente accesi e contrastati. Matisse ha usato solo il blu, il verde e il rosso dei corpi nudi.

La Danza è ispirata alla “farandola”, un girotondo che i ballerini, vestiti, facevano al Moulin de la Galette di Parigi correndo per la sala e tenendosi per mano: è questo il pretesto di Matisse per realizzare un dipinto che annulla ogni elemento superfluo concentrandosi sul movimento sinuoso delle figure nude e su tre colori essenziali. «Quando tornai a casa dal Moulin de la Galette” racconta il pittore «composi La Danza canticchiando il motivo che avevo ascoltato, tanto che tutta la composizione, tutti i ballerini vanno d’accordo e danzano su quello stesso ritmo».



La scena raffigura cinque giovani all’aria aperta: uno in piedi che suona il violino, un altro seduto che suona un antico strumento a fiato, gli altri tre accucciati, intenti ad ascoltare e quasi certamente anche a cantare, come indicano le loro bocche aperte.

All’equilibrio dinamico della Danza corrisponde l’equilibrio statico della Musica: le figure sono disposte secondo un ordine modulato, come note musicali. Tuttavia esse sono ferme, statiche appunto, quasi stessero suonando e cantando un antico inno all’aperto, in un paesaggio astratto evocato solo dai colori.
«Ho iniziato a dipingere per grandi campiture, ricercando la qualità del quadro nell’armonia di tutti i colori puri» scrive Matisse nel 1929 ricordando com’è nata quest’opera. «In quel periodo era molto forte l’influenza di Gauguin e di Van Gogh. Ecco le idee di allora: costruire per mezzo di superfici colorate. Ricercare l’intensità nel colore.»

Il linguaggio dell’opera

La tela appartiene a una serie di dipinti che Munch chiamò Il fregio della vita, «un poema della vita, dell’amore e della morte». La spiaggia tanto amata dal pittore è appena fuori dal bosco di Åsgårdstran, evocato dalle linee sottili dei tronchi d’albero in primo piano. Le forme sono semplificate, e la luna piena si riflette poeticamente sul mare rischiarando ogni cosa, in un paesaggio che esclude la presenza umana. Il verde evoca il terreno erboso del bosco, che sfuma nella linea ondulata della sabbia chiara, che a sua volta cede il passo ai riflessi violacei del bagnasciuga.

Arte Attiva 
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