ZOOM: Un cielo blu cobalto

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Un cielo blu cobalto

«Ho un quadro grande della chiesa del villaggio, con un effetto che rende l’edificio violaceo contro il cielo di un blu profondo e semplice di cobalto puro; le vetrate sembrano macchie blu oltremare; il tetto è violetto e in parte arancione. Sul davanti, un po’ di verde fiorito e della sabbia assolata rosa…». Così scrive Vincent van Gogh alla sorella Williemien Jacoba. Siamo ad Auvers-sur-Oise, a nord-ovest di Parigi, un luogo magico, un po’ malinconico. Dopo anni d’incessante, tormentato girovagare, Vincent vi risiede dal 21 maggio del 1890. Qui hanno già lavorato, prima di lui, pittori come Cézanne e Pissarro, e qui si svolge l’ultimo atto della sua vita. Ancora oggi vi si respira un’atmosfera emotiva e insolita, quasi fuori dal tempo.

Autore Vincent van Gogh
Opera LA CHIESA DI AUVERS-SUR-OISE
Data Giugno 1890
Tecninca Olio su tela
Misure 94 x 74,5 cm
Luogo Parigi, Musée d’Orsay

Il linguaggio dell'opera

La tela raffigura in modo quasi visionario l’abside della chiesetta vista dal vero, nello stile tipico degli ultimi anni di Van Gogh. Le pennellate sono così vitali da produrre la sensazione che l’edificio si muova e tremi, come se fosse di gelatina. Nonostante i colori irreali e l’assenza di prospettiva, l’immagine della chiesa corrisponde alla realtà: è la realtà dei sentimenti e delle emozioni.


CONFRONTI

Visti al museo o in fotografia, i quadri di Van Gogh sembrano caratterizzati dall’assenza di ombre e da pennellate di colori irreali. Eppure nel confronto con la realtà i soggetti da lui dipinti risultano di una verosimiglianza sensazionale. Prova a osservare la realtà (sotto) e il dipinto dell’Hôtel-Dieu di Arles dove il pittore fu ricoverato alla fine del 1888. Oggi l’edificio è un magnifico spazio espositivo dedicato a Van Gogh.






Vincent van Gogh, L’Hôtel-Dieu, aprile 1889, olio su tela. Winterthur, Sammlung Oskar Reinhart.

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