Tanti stili per la scultura

Tanti stili per la scultura

Nella seconda metà dell’Ottocento, la scultura sperimenta nuovi linguaggi tra nostalgia del passato e modernità

Uno dei pochi artisti ad allontanarsi dalla scultura accademica e tradizionale nella prima metà dell’Ottocento era stato Honoré Daumier (1808-1879), autore di sculturine satiriche che sbeffeggiavano il potere e di caricature di personaggi politici con i tratti deformati.
Verso la metà del secolo cominciano invece a nascere nuovi stili, che non è possibile ricondurre a un preciso movimento: le ricerche dei più grandi scultori dell’epoca, il francese Auguste Rodin (1840-1917) e l’italiano Medardo Rosso (1858-1928), vengono talvolta paragonate per lo stile veloce, quasi non finito, a quelle dei pittori impressionisti; in altri casi la scultura si è invece discostata da questa strada per ispirarsi alle immagini del mondo medievale.

Una “brutta” ballerina

La Ballerina, di cui restano diverse versioni in bronzo realizzate dopo la morte dell’autore, è la testimonianza dell’attività di scultore di Edgar Degas, unico impressionista a cimentarsi in questa disciplina. Pensa che alla sua morte, nel 1917, furono trovate nel suo atelier oltre centocinquanta sculture in terracotta e in cera.
Il primo esemplare in cera della Ballerina era stato esposto nel 1881 alla mostra impressionista, e per il suo estremo realismo aveva suscitato polemiche aspre da parte dei critici, ancora abituati alle forme tradizionali della scultura neoclassica. Il volto della ragazza in tutù venne paragonato addirittura a quello di una scimmia. In realtà l’artista aveva creato un capolavoro di realismo, come d’altra parte faceva spesso nei suoi dipinti, ritraendo i soggetti grazie anche al supporto di modelli fotografici.


Arte Attiva 
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