Canaletto “pittor di vedute”

Canaletto, “pittor di vedute”

La Venezia più conosciuta e quella meno nota nelle vedute “precise” di Canaletto

Nel corso del Settecento si afferma il Vedutismo, un genere pittorico che consiste nella raffigurazione di vedute prospettiche di città e paesaggi. L’artista italiano più rappresentativo in questo campo è Antonio Canal detto Canaletto: nato nel 1697, si forma a Venezia come pittore di scenografie, ma presto si sposta a Roma, dove studia le vedute di fiamminghi e olandesi residenti in Italia. Nel 1721, tornato a Venezia, Canaletto è ormai “pittor di vedute”: sceglie luoghi celebri, ma non trascura la vita quotidiana della città. Idolatrato dai collezionisti inglesi, risiede a Londra per circa dieci anni, a partire dal 1746. Ormai ricco e famoso, nel 1763 entra a far parte della prestigiosa Accademia veneziana e continua a dipingere fino alla morte, avvenuta cinque anni dopo. Un testimone del tempo racconta: «Canaletto fa stordire chi osserva le sue opere…».

Una celebre veduta

Questa tela è una delle vedute più famose e replicate da Canaletto. Raffigura il molo e la Riva degli Schiavoni a Venezia con limpida esattezza. Il primo piano è dominato da gondole e barche con figure intente a remare o a lanciare la cima. Sul fondo, oltre il canale, si stagliano le sagome monumentali della Zecca, della Libreria Vecchia, di Palazzo Ducale e di Palazzo Dandolo.


Scorci inediti

Oltre alle vedute dei luoghi più frequentati di Venezia, Canaletto raffigura anche angoli della città poco noti, come lo slargo che prendeva il nome dagli scalpellini del marmo. Per la precisione dell’insieme e dei dettagli, la tela sembra una fotografia: la luce del primo mattino rischiara le facciate delle case con i panni stesi, le travi di legno delle botteghe, i blocchi di marmo, gli operai al lavoro. Mentre i bambini giocano in cortile, alcuni oziosi riposano nella penombra, e i gondolieri attendono i clienti. Oltre il canale, la chiesa col campanile è ancora in parte nell’ombra.


Tra realtà e fantasia

Allievo prediletto di Canaletto è il nipote Bernardo Bellotto, che grazie ai consigli dello zio sarà apprezzato pittore di nitide vedute alle corti di Dresda, Vienna e Monaco. Influenzato dallo stile e dai temi di Canaletto, Bellotto si diletta anche nell’arte del “capriccio” (come aveva fatto anche lo zio), raffigurando accurate vedute dal vero, dove però la realtà si intreccia con elementi di fantasia.


CONFRONTI

Fiamminghi e olandesi sono stati i grandi precursori del Vedutismo settecentesco. Fra questi, Gerrit Berckheyde, che dal 1660 si specializza ad Haarlem in vedute urbane. La sua pittura è caratterizzata, come poi lo sarà quella di Canaletto, da una luce tersa e dalla precisione fotografica dei monumenti raffigurati.




Gerrit Berckheyde, La piazza del mercato di Haarlem, 1693, olio su tela. Firenze, Galleria degli Uffizi.


Sulla grande, animata piazza del mercato di Haarlem, dominata dalla Chiesa di San Bavone, si affacciano le tipiche case sagomate olandesi. L’aria mattutina è tersa e un’elegante carrozza passa veloce mentre i cani scorrazzano, la gente chiacchiera, un bambino gioca col cerchio.

Arte Attiva 
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