Oro e stucchi nelle dimore rococò

Oro e stucchi nelle dimore rococò

Linee sinuose, un trionfo di stucchi e di ori: lo stile rococò impreziosisce le residenze aristocratiche

Dalla corte francese di Versailles comincia a diffondersi, verso la fine del Seicento, un nuovo stile che rispecchia la vita frivola e lussuosa dell’aristocrazia europea, orientata al piacere e alla fuga dalla noia: il Rococò (dal francese rocaille, parola che indica le rocce e le conchiglie che decorano i giardini). È uno stile gioioso e fantasioso, dalle forme attraenti e dalle linee irregolari, che nel corso del Settecento viene apprezzato in tutta Europa e influenza in modo particolare le arti decorative e l’architettura: circondate da parchi immensi, sorgono grandiose regge dagli interni fastosi, che sbalordiscono per l’abbondanza di ori e di stucchi sulle pareti, spesso decorate da affreschi spettacolari o illusionistici.

Neumann e la linea curva

Il boemo Johann Balthasar Neumann è l’architetto che segna il passaggio dallo stile tardobarocco al Rococò, in una sintesi che risente anche della conoscenza diretta del Barocco italiano. Oltre ad aver ristrutturato la grandiosa residenza tedesca di Würzburg (dove hanno lavorato artisti italiani come Tiepolo, vedi a pagina 302), Neumann ha progettato l’insolita struttura del Santuario dei quattordici santi a Bad Staffelstein, in Alta Franconia: un edificio sacro ma preziosissimo come una residenza reale. Ricco di statue e decorazioni in stucco e oro, tipiche del Rococò, il santuario ha la pianta ovale, in sintonia con la predilezione del nuovo stile per le linee curve. Il grandioso altare circolare è dedicato al Bambino Gesù, che assieme ad altri quattordici bambini (i “santi salvatori”) era apparso nel 1445 a un pastorello del luogo.


Una sfarzosa palazzina

Il messinese Filippo Juvarra, dal 1714 architetto del re a Torino, crea per Vittorio Amedeo II di Savoia il suo capolavoro: la Palazzina di Caccia di Stupinigi, in fastoso stile rococò. Nonostante il diminutivo, la palazzina in realtà è un grande edificio dalla pianta irregolare, che si integra perfettamente con il giardino e il parco circostante. Divenuto famoso, Juvarra sarà chiamato in Spagna per lavorare al progetto del Palazzo Reale di Madrid e al Casino di Caccia di La Granja presso Segovia, ma la morte improvvisa, avvenuta nel 1736, gli impedirà di terminare queste opere.


Una “regale” prospettiva

Figlio di Gaspard van Wittel, vedutista olandese trasferitosi in Italia, Luigi Vanvitelli nasce a Napoli nel 1700 e muore a Caserta nel 1773; a trent’anni si afferma come architetto e lavora per molte città italiane anche come ingegnere civile. Nel 1751 è chiamato a Napoli da Carlo III di Borbone, che vuole rinnovare l’urbanistica della città con progetti di grande prestigio. Vanvitelli si occupa della costruzione del nuovo Palazzo Reale, a Caserta, caratterizzato da un’eleganza sobria all’esterno e da un grande sfarzo all’interno, con ben milleduecento stanze, in grado di competere con le fastose residenze europee.


Arte Attiva 
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