IL CINQUECENTO

Il genio di Leonardo, la grazia di Raffaello, la grandiosità di Michelangelo e la magia del colore di Tiziano segnano il punto più alto del Rinascimento seguito poi dal virtuosismo esasperato e dai bizzarri “capricci” del Manierismo.

La Storia

Nel primo Cinquecento l’Italia era frazionata in tanti piccoli stati, oggetto delle mire delle potenti monarchie di Francia e Spagna. L’episodio più grave in questa precaria situazione politica fu, nel 1527, il sacco di Roma da parte delle truppe dell’imperatore Carlo V. Milano era governata dagli Sforza, mentre a Firenze, dopo una breve parentesi repubblicana, nel 1530 tornarono al potere i Medici. Intanto la Repubblica veneta stava vivendo un periodo di crisi perché i suoi traffici marittimi erano sotto la costante minaccia dei Turchi. Alleandosi con la Lega Santa, di cui facevano parte anche Filippo II di Spagna e il papa, Venezia sconfisse i Turchi nella grandiosa battaglia navale di Lepanto del 1571.

Vivere nel cinquecento

Il pieno Rinascimento e la crisi

Nel Cinquecento la fiducia umanistica nell’uomo inteso come “misura di tutte le cose” raggiunse il suo apice, e i progressi intellettuali e tecnici iniziati nel secolo precedente continuarono a dare frutti. Ma l’incertezza politica e sociale che caratterizzava l’Europa e in particolar modo l’Italia, frazionata in piccoli stati e campo di battaglia delle grandi potenze europee, fece sì che nel corso del secolo quell’equilibrio entrasse in crisi. In questo periodo di tensioni, furono due i fattori cruciali di cambiamento sociale e culturale: la rivoluzione copernicana e la Controriforma.

La critica alla Chiesa e la Controriforma

Agli inizi del secolo la critica alla corruzione della Chiesa cattolica si diffuse in Europa settentrionale: l’umanista Erasmo da Rotterdam denunciò la mondanità della corte di papa Giulio II, e il tedesco Martin Lutero rese pubbliche le proprie tesi contro la Chiesa romana, segnando la nascita della Riforma protestante. Le idee protestanti circolarono in Europa grazie alla stampa, un nuovo mezzo di diffusione che si rivelò di straordinaria efficacia. Il movimento riformatore si batteva per il ritorno a una religiosità più intima e pura, e presto si diffuse anche in Svizzera per opera di Calvino. Ormai la frattura in seno alla Chiesa era insanabile, e trovò conferma nel 1545: il papa Paolo III convocò il Concilio di Trento, con il quale la Chiesa romana promosse un’azione di “purificazione” del clero come controffensiva alla Riforma protestante. Nacque così la Controriforma e si rafforzò il Tribunale dell’Inquisizione, incaricato di processare e condannare ogni eresia, cioè tutto quanto ritenuto contrario alla fede cattolica. La Controriforma stabilì anche precise norme in campo artistico, chiedendo immagini devozionali semplici e coinvolgenti e giungendo perfino a bandire la nudità nei dipinti.

Orizzonti sempre più ampi

Alla scoperta dell’America nel 1492 seguirono altri viaggi di esplorazione, che nel 1520 portarono il portoghese Magellano a circumnavigare il globo passando lo stretto del Sud America che da lui prende il nome. Nel 1521 lo spagnolo Cortés conquistò il Messico, dando inizio alla colonizzazione europea dell’America Latina, e nel 1534 Pizarro sottomise alla Spagna anche il Perù. Giunsero nel continente europeo animali, piante e oggetti rari che i governanti fecero a gara per collezionare.
Ma a dilatarsi non furono solo i confini “marittimi”: nel 1543 il polacco Copernico dimostrò che la Terra non è al centro dell’universo come fino ad allora si credeva, ma che ruota intorno al Sole. Si scardinava così una convinzione rimasta per secoli immutata, quella della centralità dell’uomo nell’universo, e si apriva un periodo di crisi e incertezza profonde.

Le corti europee, centri di arte e cultura

Nel Cinquecento le corti di tutta Europa erano fucine di arte e cultura frequentate da artisti, architetti, letterati, musicisti, che spostandosi da un centro all’altro determinarono un movimento internazionale di idee e di stili. In questo periodo divenne sempre più importante la corte pontificia, soprattutto con i papi Giulio II della Rovere, Leone X della famiglia Medici e Paolo III dei Farnese, che inaugurarono a Roma importanti lavori urbanistici e monumentali, convocando i maggiori artisti del tempo.

Arte Attiva 
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