Il capolavoro di Brunelleschi

Il capolavoro di Brunelleschi

Studiando il Pantheon di Roma, Brunelleschi trova una soluzione geniale per la cupola del Duomo di Firenze

Oltre che inventore della prospettiva lineare, Filippo Brunelleschi è anche l’autore del geniale progetto che ha permesso di costruire la cupola di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze, una delle imprese più ardue del Rinascimento. Già nel Trecento si era studiato senza successo un metodo per coronare l’immenso edificio con una cupola, e ancora un secolo dopo l’impresa appariva difficile, perché mancavano i mezzi e le conoscenze tecniche necessarie: la cupola doveva infatti coprire uno spazio enorme, innestandosi su un tamburo ottagonale (terminato nel 1413) alto ben 13 metri e largo oltre 45. Nel 1418 si bandisce il concorso per il progetto, ma l’incarico non viene assegnato perché nessuno ha trovato una buona soluzione. Brunelleschi comincia allora a recarsi a Roma, cercando nei monumenti antichi soluzioni tecniche per innalzare una cupola così alta: studia in particolare il Pantheon, il monumento dotato della più grande cupola mai realizzata fino ad allora in Occidente (vedi alle pagine 80-81). Nel 1436 la cupola del Duomo è finalmente conclusa, «erta sopra i cieli, così ampia da coprire col suo abbraccio tutti i popoli di Toscana», come scriverà Leon Battista Alberti.

Una soluzione geniale

L’aspetto “rivoluzionario” del progetto di Brunelleschi consiste nel realizzare una cupola autoportante, cioè che si sostiene da sola, senza dover ricorrere all’uso delle armature lignee di sostegno (centine), troppo costose per la gran quantità di legno necessaria e per la difficoltà di reperire operai specializzati. Per farlo, Brunelleschi escogita una doppia calotta (cioè due cupole), in modo che quella interna sostenga quella esterna, a cui è collegata da costoloni in muratura, e adotta la disposizione dei mattoni a spina di pesce (che però non è visibile perché la cupola ha una copertura esterna).


Novità in cantiere

Brunelleschi rivoluziona anche il ruolo dell’architetto: rispetto a quanto accadeva prima, questa figura diventa l’unica a reggere le redini del cantiere, occupandosi di ogni aspetto del lavoro. Per la costruzione della cupola del Duomo, per esempio, Brunelleschi allestisce un cantiere formidabile. Organizza otto squadre di muratori, in modo da seguire in contemporanea i lavori su tutte le otto vele; prevede un piano di ristoro in alto, per non far scendere gli operai all’ora di pranzo; inventa congegni per sollevare i pesanti materiali (solo la cupola, con la lanterna aggiunta nel 1461, è alta 114,5 metri!). Per capire l’importanza riconosciuta al ruolo di Brunelleschi, basta pensare che l’artista viene pagato cento fiorini l’anno fino al compimento dell’opera, mentre un altro importante architetto e scultore fiorentino, Lorenzo Ghiberti, che pure aveva partecipato al concorso, riceve solo tre fiorini per la sua partecipazione ai lavori del cantiere!

Arte Attiva 
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