IL QUATTROCENTO

Durante il Rinascimento, lo spirito dell’antichità classica rivive nelle armoniose proporzioni e nel rigore geometrico delle architetture, ma anche nel naturalismo della pittura e della scultura, rivoluzionate dall’invenzione della prospettiva lineare e dallo studio dal vero.

La Storia

Nel Quattrocento le città più importanti del Nord e del Centro Italia si trasformarono in signorie rette da potenti famiglie: i Visconti e gli Sforza a Milano, i Medici a Firenze, i Gonzaga a Mantova, i Montefeltro a Urbino, gli Este a Ferrara, i Malatesta a Rimini. La Repubblica di Venezia, governata dai dogi, potente in campo navale, estese il proprio dominio in Veneto e in Lombardia, mentre Roma attraversava ancora una crisi profonda.
Intanto, Francia, Spagna, Inghilterra si contendevano il controllo di vaste zone d’Europa e anche del territorio italiano: nel 1442 la dinastia spagnola degli Aragona, che controllava già la Sicilia, si insediò anche a Napoli. Nello stesso periodo, si sviluppò un florido mercato di tessuti nelle città di Anversa, Bruges e Gand, nella regione delle Fiandre, oggi corrispondente al territorio compreso fra il Belgio e l’Olanda. Banchieri fiorentini come i Medici stabilirono qui le loro filiali (i “banchi”). In questo secolo presero avvio anche i grandi viaggi di esplorazione: nel 1492 la scoperta dell’America ampliò i confini del mondo conosciuto, mentre gli Arabi venivano definitivamente cacciati dalla Spagna. L’anno successivo, i Turchi conquistavano Costantinopoli: l’Impero bizantino era giunto alla sua fine.

Vivere nel quattrocento

Rinascimento e Umanesimo

Nel Quattrocento si sviluppò in Italia la cultura del Rinascimento. Questa definizione si ispira all’idea di una rinascita dell’arte, che in quel periodo si liberò progressivamente dalle “imperfezioni” figurative dei cosiddetti “secoli bui” dell’età medievale, anche se oggi sappiamo che il Duecento e il Trecento furono secoli fondamentali per la cultura e l’arte. Tuttavia, è indubitabile che nel corso del Quattrocento, grazie a una rinnovata fiducia nelle capacità umane, i mutamenti che avvennero in ogni campo del sapere furono rivoluzionari: finalmente l’uomo si sentiva al centro dell’universo, sicuro del proprio talento e della propria razionalità, capace di creare da sé il proprio destino. Questa nuova visione che mette in primo piano l’uomo, in ambito letterario è definita Umanesimo, e vide la luce a Firenze da dove si diffuse nei principali centri europei.

La riscoperta degli antichi

Gli umanisti guardavano all’antichità come a un modello da imitare: anche Greci e Latini, infatti, attribuivano un ruolo centrale all’uomo e alla sua ragione, mentre la spiritualità medievale aveva spostato l’attenzione sulla vita ultraterrena. Letterati e studiosi riscoprivano i grandi autori classici mentre gli artisti si recavano a Roma per studiare le sculture e i resti dei monumenti della città imperiale. Firenze, città-guida in questo campo, aspirava a diventare la “nuova Roma”.

Progressi scientifici e tecnologici

Anche la scienza fece progressi in ogni campo: dalla medicina all’astronomia, dalla matematica alle scienze naturali. L’invenzione della stampa, fatta dal tedesco Johann Gutenberg, rese possibile la produzione di libri a basso costo, e le idee cominciarono a circolare per un pubblico sempre più numeroso. La produzione di carte geografiche e di strumenti di misura più precisi contribuì alla scoperta di nuove rotte di navigazione e di nuovi mondi lontani.

Committenti e mecenati

Nelle città si impose la borghesia, una nuova classe dirigente sviluppatasi tra il Duecento e il Trecento. Il denaro circolava grazie a una vasta rete di commerci, e mercanti, banchieri e imprenditori si arricchivano enormemente. Queste trasformazioni sociali determinarono la richiesta sempre più frequente di opere d’arte da parte di committenti laici: portando a termine un processo iniziato già in età gotica, l’arte non fu più a servizio esclusivo del clero. Il committente “per eccellenza” del Rinascimento fu il signore, che amava essere un mecenate, ossia un protettore delle arti sempre circondato da intellettuali e artisti. Le corti di Firenze, Milano, Ferrara, Mantova, Urbino, Rimini attiravano artisti in cerca di occasioni di lavoro: celebrare il signore con opere d’arte permetteva loro di esprimere al meglio il talento artistico e di ottenere fama e prestigio.

La firma dell’artista

Mentre nei secoli precedenti l’artista era stato per lo più un artigiano anonimo, nel Rinascimento, protetto da mecenati e ben pagato, divenne rapidamente una figura importante, tanto da firmare sempre più spesso le proprie opere. La sua bottega, in genere a conduzione familiare, era ben organizzata, sorretta da molti aiuti e da apprendisti. Insieme al mito dell’artista comparvero i primi autoritratti che, riproducendo l’immagine degli artisti più celebri, facevano in modo di renderli immortali come le loro opere.

L’arte mette al centro uomo e natura

Il ruolo centrale attribuito all’uomo e alla dimensione terrena della sua esistenza portò grandi cambiamenti in campo artistico: una nuova attenzione veniva rivolta al corpo umano, a ciò che lo circondava e allo spazio in cui si muoveva e agiva. La figura umana era considerata misura ideale di tutte le cose perché, fatta a immagine di Dio, rispecchiava nella sua armonia la perfezione del creato; le sue proporzioni erano addirittura prese a modello nella progettazione degli edifici. Lo studio dal vero divenne una pratica abituale dei maestri del Quattrocento, che analizzavano le forme della natura – fra cui anche le strutture anatomiche umane – per realizzare immagini e movimenti verosimili, cioè simili al vero: rispetto all’arte del Trecento, anche il paesaggio diventa più realistico, e l’invenzione della prospettiva contribuì a questo processo.

Arte Attiva 
Arte Attiva 
Storia dell'Arte - Osservare Leggere Confrontare