ZOOM: I gesti e i sentimenti

ZOOM LEGGERE L'OPERA

I gesti e i sentimenti

Dopo secoli in cui le arti figurative sono state caratterizzate da sguardi fissi, privi di espressione, e da corpi disarticolati e poco verosimili, Giotto, e con lui i primi scultori gotici come Arnolfo di Cambio e Giovanni Pisano, riscoprono l’umanità dei sentimenti e dei gesti.



Giotto, Compianto sul Cristo morto, o Deposizione, 1303-1306 ca., affresco. Padova, Cappella degli Scrovegni.

I gesti concitati e le pose espressive degli angeli accentuano l’atmosfera drammatica della scena. Essi sono dipinti con un forte scorcio, che mostra l’abilità di Giotto nel costruire scene su diversi piani di profondità.

Nella pittura di Giotto si manifesta ai massimi livelli una delle caratteristiche del Gotico: l’intensa espressività delle figure, soprattutto femminili. Maria abbraccia con dolcezza il corpo di Gesù: il suo volto esprime tutto il dolore della madre che ha perso il figlio.

Il dolore più misurato dei due uomini sulla destra si contrappone al gesto disperato di san Giovanni, che allarga le braccia.

Le figure hanno un volume ben definito grazie all’uso sapiente del chiaroscuro.

La natura brulla e spoglia sembra partecipare al dramma dei personaggi.

La roccia sullo sfondo ha un andamento diagonale che “guida” lo sguardo dell’osservatore verso Gesù.

Giotto usa colori molto brillanti, come il rosso della veste della Maddalena, e li accosta creando forti contrasti.

CONFRONTI

L’espressione dei sentimenti si manifesta pienamente in Italia nei volti scolpiti da Arnolfo di Cambio. La sua Madonna col Bambino, scultura a tutto tondo che stava in un baldacchino sopra il portale del Duomo di Firenze, ha un volto quasi pittorico: gli occhi lucenti, estatici, sono resi verosimili dal vetro colorato. Pittura e scultura cominciano ad avere molti punti in comune, come vedi nelle figure affrescate da Giotto a Padova: la sua Allegoria della Temperanza, per esempio, spicca dal fondo della parete affrescata proprio come una scultura. Dal canto suo Giovanni Pisano ha saputo esprimere nel marmo dolci emozioni, come si ammira nello splendido frammento del monumento funebre di Margherita di Brabante.

Giotto, Temperanza, particolare, 1303 ca., affresco. Padova, Cappella degli Scrovegni.

Arnolfo di Cambio, Madonna col Bambino in trono, particolare, 1296 ca., marmo e pasta vitrea. Firenze, Museo dell’Opera del Duomo.

 

Giovanni Pisano, Margherita di Brabante, frammento, 1313, marmo. Genova, Museo di Sant’Agostino.

 

Arte Attiva 
Arte Attiva 
Storia dell'Arte - Osservare Leggere Confrontare