ZOOM: Una cappella per salvarsi

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Una cappella per salvarsi

Qualche anno prima della Maestà di Ognissanti, attorno al 1303, Giotto aveva affrescato a Padova un’intera cappella per il banchiere Enrico Scrovegni, vicino al suo palazzo. Il ciclo pittorico sulle pareti della stanza rettangolare è il più grandioso di questo genere mai realizzato nel Medioevo, e simboleggia il percorso cristiano di salvezza del genere umano, grazie all’intercessione della Madonna. Le scene, che culminano nel Giudizio universale sulla facciata interna della cappella, illustrano le Storie di Gioacchino e Anna, e le Storie di Maria e di Cristo. Come era usanza dell’epoca, Enrico Scrovegni ha fatto una donazione così importante, dedicandola alla Madonna, forse in parte per redimere i peccati della famiglia, macchiata del reato infamante di usura (il padre prestava i soldi a interessi altissimi, e per questo Dante lo mette nell’Inferno), ma soprattutto per dichiarare che i propri beni erano in realtà legittimi, e che lui personalmente li adoperava a fin di bene. Giotto terminerà l’opera entro i primi mesi del 1306.

Autore Giotto
Opera CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI
Data 1303-1306 circa
Tecnica Affresco
Luogo Padova, Cappella degli Scrovegni

Il linguaggio dell'opera

La cappella è un piccolo edificio con facciata a capanna. Ha un’unica navata ed è coperta da volta a botte. Forse fu lo stesso Giotto a progettare l’architettura dell’ambiente, che faceva parte di un palazzo eretto dagli Scrovegni sopra i resti di un anfiteatro romano (la cappella è nota anche come Cappella dell’Arena). La parete d’ingresso è dedicata al Giudizio Universale. Sulle altre pareti, le Storie dei genitori della Madonna e le Storie di Maria e Gesù derivano dai Vangeli canonici, da quelli apocrifi, e dagli Atti degli Apostoli. Le storie sono disposte su tre registri sovrapposti, separati in orizzontale da cornici e in verticale da strisce dipinte a finto marmo, con elementi decorativi vegetali e astratti. Lo zoccolo raffigura bellissime figure a monocromo. La volta è dipinta di blu con stelle dorate, interrotta da dieci tondi con busti di Cristo, della Vergine, del Battista e di sette profeti.


Angeli nella vita quotidiana

La scena dell'apparizione dell’angelo dipinta da Giotto deriva dallo Pseudo Matteo (2, 3-4), uno dei Vangeli apocrifi, cioè quelli non ufficiali. Mentre Anna, la moglie di Gioacchino, sta pregando, le appare un angelo per annunciarle la prossima maternità e la nascita di Maria.
Sulla sinistra, l’ancella (forse Giuditta) sta filando la lana, com’è consuetudine delle donne fiorentine dell’epoca di Giotto, che lavoravano in casa per il fiorente mercato della lana.
Nel raccontare questo episodio evangelico Giotto approfitta per donare uno scorcio di vita quotidiana: nella “scatola prospettica” della stanza, puoi vedere il letto, rialzato sul basamento in legno, e una cassapanca con la serratura di ferro, dove le donne di casa tenevano la biancheria. Sul timpano, due angeli sorreggono una conchiglia con Isaia, il profeta della nascita di Maria. “Ecco, la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele” (Isaia 7, 14).

CONFRONTI: un attimo fuggente

Giotto, La nascita di Maria, 1303-1306 ca., affresco, particolare. Padova, Cappella degli Scrovegni.

Giotto, Anna accoglie Gioacchino alla Porta Aurea, 1303-1306 ca., affresco, particolare. Padova, Cappella degli Scrovegni.

 

Nel suo modo così unico di cogliere un attimo fuggente, quasi in uno scatto fotografico, Giotto sfrutta magistralmente l’inquadratura di una porta, il velo nero di una vedova, la finestra da cui sbuca un angelo, e in tal modo lascia immagini indimenticabili.

 

Fra 1317 e 1328 Giotto ha affrescato la cappella dei Bardi, prestigiosa famiglia di banchieri fiorentini, nella chiesa di Santa Croce a Firenze, rappresentando le Storie di san Francesco. Come vedi nel particolare del frate che scosta la tenda, la scena conferma il talento di Giotto nel raffigurare un gesto improvviso.

 

Giotto, Storie di san Francesco, 1317-1328 ca., affresco, particolare. Firenze, Chiesa di Santa Croce, Cappella dei Bardi.

Arte Attiva 
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