Caverne dipinte

Caverne dipinte

Cavalli, bisonti, orsi e cervi dipinti, così espressivi da sembrare veri, popolano le caverne di tutto il mondo

Fino a pochi anni fa si riteneva che l’arte rupestre, termine con cui si indicano le pitture e i graffiti eseguiti sulle rocce esterne o sulle pareti interne delle grotte, fosse nata in Europa occidentale. Negli ultimi decenni, però, le ricerche archeologiche hanno portato alla luce antichi reperti in Africa, in Australia e nell’Estremo Oriente, e gli scavi continuano: c’è quindi la possibilità che nuove scoperte modifichino ancora questo panorama.
Anche per quanto riguarda l’Europa, recenti ricerche hanno mutato radicalmente le vecchie convinzioni. Si riteneva, per esempio, che le pitture rupestri nelle famose grotte di Lascaux in Francia e di Altamira in Spagna fossero fra le più antiche in Europa. Ulteriori scavi hanno invece portato alla luce raffigurazioni rupestri molto più antiche, notevoli anche per il numero e la qualità delle immagini: sono quelle francesi delle grotte di Chauvet, Cussac e Cosquer.


Realtà e simbolo
Le figure dipinte nelle grotte sono definite da tratti molto semplici e rapide linee di contorno. Per fare in modo che ciascun animale sia riconoscibile a prima vista, l’uomo preistorico insiste sui caratteri principali dell’immagine che deve rappresentare: corna, zampe, criniere, zanne. Ma che cosa significano tutti questi animali? Nel secolo scorso si pensava che venissero dipinti per portare fortuna e garantire il successo nella caccia. Oggi quest’idea è superata, perché spesso si tratta di animali che l’uomo delle caverne non mangiava. Si è notato inoltre che le figure non sono dipinte isolatamente né disposte a caso: sembrano invece in relazione l’una con l’altra, secondo uno schema di simboli, cioè di significati, che oggi non riusciamo a interpretare.

La grotta Apollo 11

Nel 1969, mentre la navetta Apollo 11 scende sulla Luna, sei piccole lastre di pietra vengono rinvenute sulle Huns Mountains, in Namibia, in una grotta che sarà chiamata “Apollo 11” proprio in onore della spedizione spaziale. Le lastre sono decorate con animali dipinti di bianco o di nero: le figure appaiono rigide e hanno le zampe molto lunghe. Sono le più antiche testimonianze dell’arte rupestre nel continente africano, e fra le prime nel mondo.

L’arte rupestre in Australia

L’arte rupestre degli aborigeni è diffusa in tutta l’Australia, ma spesso è difficile stabilirne la datazione. Alcune pitture con pigmenti mescolati a sangue umano sono state però datate con precisione: risalgono a 24 600 anni fa, mentre frammenti con pitture rosse a Carpenter’s Gap (Kimberley) e a Ubirr sembrano risalire a 39 700-38 000 anni fa: sarebbero fra i primi documenti del genere nel mondo. Inoltre, nella profonda caverna di Koonalda Cave (20 000 anni fa), sono state trovate tracce digitali (cioè prodotte con le dita), simili a quelle delle pitture paleolitiche europee.

Le pitture di Lascaux

Nel 1940 quattro ragazzi con il loro cane scoprono una fantastica grotta in un bosco di Lascaux (Francia). Ammirano con stupore pitture di cavalli, bisonti, cervi, orsi, buoi, tori: alcune figure misurano oltre 5 metri! Presto arriva un archeologo, l’abate Breuil, che avvia studi scientifici. Queste pitture risalgono a 18 000 -16 000 anni fa, e chi le dipinse ebbe tanto talento da comunicare il senso del movimento, della forza e della vitalità nelle centinaia di figure di animali, alcuni rappresentati al galoppo. Queste pitture saranno addirittura paragonate agli affreschi della Cappella Sistina a Roma, dipinti da Michelangelo molte migliaia di anni più tardi (vedi pagine 238-239).

Una nuova scoperta: Chauvet

Nel dicembre del 1994 tre speleologi scoprono nel Sud della Francia una grotta, il cui ingresso è nascosto da massi. Il pavimento è coperto da resti di uomini e di orsi. La grotta è ricca di dipinti. Nella prima zona le immagini sono quasi tutte in rosso, nella seconda soprattutto in nero. Gli animali più raffigurati sono leoni, mammut, rinoceronti. Compaiono anche impronte di mani e, in minor numero, figure di cavalli, bisonti, cervi, pantere e perfino di una donna, accanto a un bisonte. La scoperta ha sorpreso gli archeologi, sia per la datazione, che fa risalire le pitture più antiche della grotta a 32 000 anni fa, sia per la disposizione delle figure, che già dà l’idea della profondità dello spazio.

Arte Attiva 
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