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La scultura paleocristiana si esprime soprattutto nei bassorilievi e altorilievi su sarcofagi, ancora legati alla tradizione romana. Il più celebre sarcofago paleocristiano è quello scolpito per il prefetto romano Giunio Basso, evidentemente un cristiano, morto nel 359 d.C.: nelle nicchie sono raffigurate scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, con figure che nascondono rimandi simbolici oggi difficilmente comprensibili, forse legati alla vita di Giunio Basso. Nella nicchia centrale, per esempio, Cristo in trono tra Pietro e Paolo, i principi degli apostoli, può essere letto come Giunio Basso tra i principi del foro.
Qui sotto vedi invece uno dei pannelli dell’altare del duca Ratchis, futuro re dei Longobardi, che rappresenta con immediatezza e vivacità l’episodio dell’Adorazione dei Magi, dove Gesù bambino allarga le braccia con entusiasmo per ricevere i doni.
Nota la profonda differenza tra lo stile paleocristiano, che conserva ancora il naturalismo e la profondità dello spazio dell’arte romana (anche se le proporzioni sono più tozze) e quello longobardo, dove le figure appaiono astratte e lo sfondo piatto: osserva per esempio l’angelo in volo, che sembra un pupazzo, in una posizione inverosimile.