L’arte longobarda e carolingia

L’arte longobarda e carolingia

Dalla corona di Teodolinda alla Cappella Palatina: dagli ori dei Longobardi ai marmi della classicità carolingia

In Italia, accanto all’arte bizantina che ha il suo centro a Ravenna, si sviluppano altre due importanti culture: quella longobarda e, successivamente, quella carolingia (che avrà una diffusione più europea). I Longobardi, insediati in Lombardia, Friuli, Toscana, Umbria e Campania attorno al 568 d.C., e in seguito convertiti al Cristianesimo, hanno dato un apporto importante all’arte in Italia. Il loro stile, astratto e molto decorativo, si è mescolato con le tradizioni cristiane: il messaggio religioso si è così arricchito di un repertorio ornamentale ricco di animali fantastici, intrecci vegetali, fiori e palmette stilizzate. Il contatto con il Cristianesimo ha portato i Longobardi a rappresentare anche la figura umana, sia pure sotto forme molto semplificate e appiattite. Ma l’arte di questo popolo non è “ingenua” come talvolta appare: soprattutto nel campo dell’oreficeria, i Longobardi sono stati abili artigiani. L’arte carolingia fiorisce invece attorno all’800, ai tempi dell’Impero fondato da Carlo Magno con lo scopo politico e culturale di rievocare la grandezza di Roma: si sviluppa allora uno stile classicheggiante, che trova una delle sue massime espressioni, soprattutto in Germania, nell’architettura.

Una corona per Teodolinda

La celebre Corona di Teodolinda mostra l’abilità dei Longobardi nel campo dell’oreficeria: è un’opera raffinatissima, che gioca sul contrasto dei colori, ottenuto con pietre preziose diverse incastonate nell’oro.

Il mistero di una chioccia tutta d’oro

L’opera, eccezionale per soggetto e fattura, è forse una delle oreficerie donate da Teodolinda al Duomo di Monza, città da lei scelta come capitale del regno. Un’altra ipotesi è che si trovasse nella tomba della regina longobarda. La data è ignota, ma si pensa che solo i pulcini risalgano all’epoca longobarda, mentre la chioccia sarebbe più antica di un secolo.

L’altare di Vuolvinio

L’altare ideato da Vuolvinio per la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano è l’opera più raffinata di età carolingia in Italia: tutto rivestito di lamine d’oro e d’argento realizzate a sbalzo (cioè lavorate con un martelletto dall’interno), è composto da pannelli con scene della vita di Cristo, sul fronte, e di sant’Ambrogio, sul retro. Pietre preziose, smalti e piccoli ritratti entro cammei abbelliscono le cornici dei riquadri.

Marmi antichi per Carlo Magno

La Cappella Palatina di Aquisgrana è il monumento più rappresentativo e famoso della cosiddetta rinascita carolingia. L’edificio, a pianta ottagonale, ospita nell’abside il trono dell’imperatore. Un tempo la cappella era collegata tramite un corridoio al palazzo di Carlo Magno. Ancora oggi ci appare nel suo aspetto maestoso, con una cupola larga 16 metri e sorretta da otto pilastri. Al piano superiore e a quello terreno, delimitato da arcate a tutto sesto, girano due corridoi percorribili: quello superiore è diviso da colonne che danno l’idea di ariose finestre. Per la costruzione della Cappella, ideata dall’architetto Oddone di Metz, furono usati marmi e colonne di monumenti antichi, fatti arrivare da Roma e da Ravenna: il modo migliore per rievocare simbolicamente i fasti dell’Impero romano e di quello bizantino.

Arte Attiva 
Arte Attiva 
Storia dell'Arte - Osservare Leggere Confrontare