Al centro dell'Australia, circondata da un'immensa distesa desertica, si trova una delle più singolari formazioni rocciose del mondo: il Monte Uluru, conosciuto anche con il nome inglese di Ayers Rock. Si tratta di un monolito dal colore rossastro, tipico dell'arenaria, suggestivamente isolato in mezzo a una sterminata pianura e per questo visibile a decine di chilometri di distanza.
È il più importante luogo sacro degli aborigeni australiani, che abitano l'area da almeno 22.000 anni. Lo testimoniano le numerose incisioni rupestri che si trovano nelle grotte alla base del monte. Risalenti a più di diecimila anni fa, illustrano i miti delibera del sogno", cioè il periodo che, secondo la credenza degli aborigeni sulla creazione del mondo, ha preceduto la formazione dell'universo.
A poche decine di chilometri dall'Uluru si ho vano altre grandiose rocce di arenaria, dalla forma a cupola e dall'altezza che può superare i 500 m. Sono i Monti Kata Tjuta, nome che nella lingua aborigena significa "Le molte teste": conosciuti anche come Monti Olga, sono insieme all'Uluru ciò che resta di un processo erosivo iniziato milioni di anni fa.
Cultura, religione, ambiente
Alla base della decisione dell'UNESCO di Includere nel 1994 il Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta tra i Patrimoni dell'Umanità vi fu soprattutto la volontà di salvaguardare il valore culturale e religioso del sito. L'UNESCO e il Governo australiano si propongono di coinvolgere nella tutela e nella gestione del Parco la piccola comunità di aborigeni che ancora vive nell'area. Il Parco ha tuttavia altri aspetti di straordinario interesse, guale quello paesaggistico, quello geologico e quello ecologico. Nel suo habitat trovano infatti accoglienza rare specie botaniche e animali autoctone, la cui sopravvivenza è oggi in grave pericolo.