Le Sundarbans sono un’area di circa 10.000 km² nel delta formato dalla foce dei fiumi Gange, Brahmaputra e Meghna, suddivisa tra l'ndia e il Bangladesh. Si tratta di un territorio percorso da un'intricata rete di canali e vie d'acqua che si insinuano fra isole e affioramenti di sabbia e fango formati dai detriti trasportati dai tre fiumi.
Nelle Sundarbans non esiste un confine tra acqua e terra. Le maree risalgono il delta penetrando nelTentroterra per centinaia di chilometri: la loro forza d'urto è talvolta così violenta da spazzare via in un attimo coste e canali e da ricostruire altrove terre emerse.
L'unica forma vegetale possibile sono le mangrovie, che riescono a sopravvivere grazie alle radici acquatiche: qui esse formano una delle più vaste foreste al mondo. Il luogo è pressoché inaccessibile all'uomo e grazie a questo oggi vanta un'eccezionale varietà di specie animali: pesci, molluschi e uccelli acquatici, numerosi rettili e, soprattutto, la tigre.
Una ricchezza a lungo termine
Prima dell'istituzione del Parco, la biodiversità delle Sundarbans era in serio pericolo per la progressiva estensione dei terreni coltivati e per l'aumento della salinità del delta, dovuto al prelievo di acqua per l'irrigazione. Ancora oggi gli abitanti dei villaggi ai margini del Parco, spinti dalle difficili condizioni di vita, sfruttano le acque per la pesca e utilizzano le mangrovie come legname. Così facendo, tuttavia, finiscono per distruggere un patrimonio delicato che li nutre e li protegge, barattando una ricchezza a lungo termine per un vantaggio immediato.
La tigre del Bengala
Nelle Sundarbans vive la più numerosa colonia di tigri del Bengala, dette "mangiatrici di uomini".
La mangrovia
Le donne ritratte nella foto stanno selezionando semi di mangrovia: all'Interno del Parco esiste un progetto di diffusione di queste piante, in quanto rappresentano l'unica difesa contro il progressivo innalzamento delle acque del delta e contrastano in parte la forza distruttiva dei monsoni.