Il clima atlantico
La Scandinavia Meridionale,
le Isole Britanniche e tutto
il lungo tratto di costa
atlantica dell’Europa sono condizionati dalla presenza
dell’oceano:
gli inverni sono più miti, l’escursione termica
è ridotta, i venti e le precipitazioni sono frequenti e intensi.
L’azione mitigatrice dell’Oceano Atlantico in queste
zone è particolarmente efficace anche grazie alla Corrente
del Golfo, una corrente di acque calde che arriva dal
Golfo del Messico (vedi alle pagine 116-117). Anche qui
l’ambiente naturale è stato profondamente modificato
dall’uomo e resistono solo pochi tratti degli antichi boschi
di latifoglie. Sulle coste battute dai forti venti si sviluppa
inoltre una particolare forma di vegetazione, quella
della brughiera, formata da distese di arbusti.
Il clima alpino
È il clima che caratterizza le quote elevate dei sistemi
montuosi europei ed è influenzato soprattutto dall’altitudine:
si registrano basse temperature invernali e frequenti
precipitazioni, nevose in inverno. La vegetazione
muta salendo di quota: fino ai 1500 metri si incontrano boschi misti, tra i 1500 e i 2000 metri si estendono boschi
di conifere, oltre i 2000 metri si hanno pascoli e
arbusti, mentre sopra i 3000 metri la vegetazione è quasi
assente.
Il clima mediterraneo
Lungo le coste europee affacciate sul Mediterraneo e sul
Mar Nero la presenza del mare rende miti le temperature,
riduce le escursioni termiche tra le stagioni e favorisce le
precipitazioni, soprattutto invernali, quando anche i venti
sono frequenti e forti. La mitezza del clima è assicurata anche
dalle catene montuose che fermano i venti provenienti
da nord. L’ambiente naturale originario comprendeva
grandi foreste di querce, lecci e pini marittimi, oggi quasi
scomparse per l’azione dell’uomo; sono diffusi la vite, l’olivo e gli alberi da frutto, ma la vegetazione più caratteristica
è quella della macchia mediterranea.