3 - Il viaggio come metafora

I grandi temi e illusoria, mentre nel poemetto Le biciclette, pubblicato dapprima nelle Stanze della funicolare (1952) e poi nella raccolta complessiva Il passaggio d Enea (1956), è velato dal travestimento ariostesco di Alcina e diventa la perturbante icona delle sofferenze del tempo di guerra. La moglie Rina Al contrario, Rina, «dalle iridi grandi e azzurre e così delicatamente silenziose (Alta Val Trebbia), incarna le gioie e le angustie dell amore coniugale, sia in tempo di pace sia in guerra, e viene spesso celebrata come il tenace cardine della vita che continua: «Se il mondo prende colore / e vita, lo devo a te, amore (A Rina, II). Ancora, in un componimento dell ultima raccolta, Res amissa, così il poeta si rivolge alla moglie, giocando con i suoi due nomi: «Ah rosa sempre in cima / ai miei pensieri / Mia Rina (Per l onomastico di Rina, battezzata Rosa). FIGURE FEMMINILI DAI TEMI ai testi: T2 > p. 929 Anna Picchi (la madre) Olga (la fidanzata morta prematuramente) Rina (la moglie) solare e piena di vita, ma minacciata dal dolore e dalla morte simbolo di una stagione della vita sensuale e illusoria incarnazione dell amore coniugale | 3 | Il viaggio come metafora La vita come cammino In una lettera del 1960 Caproni esprime al poeta Carlo Betocchi il desiderio di «una fede più solida, non poetica né intermittente . Sono i primi sintomi della crisi religiosa che si sarebbe manifestata nel tema della discesa al Limbo e dell incontro con i morti, affrontato con lucido disincanto nei poemetti del Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prosopopee (1965). Da questo punto in poi la poesia di Caproni si sviluppa sempre più nei termini di una profonda meditazione morale e di una serrata riflessione esistenziale. La vita appare al poeta come un viaggio, del quale è necessario individuare i punti di partenza e di arrivo, o meglio il loro significato. L immagine del viaggio è una metafora quasi ossessiva nella produzione di Caproni, che si ritrova anche nei frequenti riferimenti a spazi tipicamente connessi al viaggiare, come scompartimenti di treno, stazioni ferroviarie, bar, luoghi di una socialità occasionale e precaria. Un percorso obbligato Ha spiegato il poeta: «Sono metafore, quelle ferroviarie, venutemi da sé. Forse il treno (che non può fermarsi né deviare quando vuole, come l automobile) potrebbe darci il senso quasi dell agostiniana predestinazione, in luogo del libero arbitrio . In altre parole, l immagine del treno restituisce l idea di un viaggio obbligato ( predestinato , appunto, come nella visione dell esistenza umana nel pensiero di sant Agostino), di cui l essere umano non è in grado di controllare l itinerario o il percorso né di decidere le fermate. Ai mezzi di 924 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi