2 - Le figure femminili

La fuga dalla capitale Caproni approda infine a Roma, dove trascorrerà il resto della sua vita. La capitale subito lo attira e lo abbaglia con le vestigia del glorioso passato, ma nella sua vastità egli, da giovane provinciale, si aggira smarrito. Così, il poeta fugge idealmente da Roma per tornare alle sue amate città: nelle Stanze della funicolare (1952) crea il mito di una Genova sognata, che il confronto con Roma, città ormai quasi aborrita, arricchisce di nostalgici sensi riposti, mentre nel Seme del piangere il ricordo della madre Annina, riemerso sfogliando vecchie foto di famiglia, riporta in vita Livorno, restituita a un suo indelebile spazio ideale, fatto più per i morti che per i vivi. LUOGHI DELL ANIMA DAI TEMI ai testi: T1 > p. 927 la poesia di Caproni ripercorre i luoghi in cui è vissuto Livorno: città della madre e della propria infanzia Genova: città della formazione personale e della scoperta della realtà sociale Roma: città della maturità, amata e odiata | 2 | Le figure femminili La trasfigurazione della madre Centrali nella poesia di Caproni sono le figure di alcune donne, che nei suoi versi diventano veri e propri personaggi . Come Livorno è il primo luogo del poeta, quello della sua infanzia, così la madre, Anna Picchi, è la prima figura della sua poesia. Nata nel 1894 e impiegata sin da ragazza nel magazzino Cigni (una rinomata casa di moda livornese), è una donna di grande vitalità: ama suonare la chitarra, frequentare i circoli cittadini e ballare. Muore nel 1950 a Palermo, dove viene sepolta, nel cimitero di Sant Orsola, presso il fiume Oreto. Nei Versi livornesi una delle sezioni della raccolta Il seme del piangere Anna (o Annina) viene ritratta come una creatura solare e piena di vita, capace di trasmettere la propria gioia di vivere a quelli che le sono accanto. «Passava odorando di mare (Né ombra né sospetto), comunicando agli altri una spinta ad agire: «Che voglia di lavorare / nasceva al suo ancheggiare! (Quando passava). Ma anche su di lei si stende l ombra del dolore (legata al vissuto degli anni di guerra) e della morte, generando un sapore dolce-amaro che scongiura la caduta in una celebrazione retorica. Nella lirica Preghiera, per esempio, il poeta si rivolge alla propria anima, chiedendole di andare a Livorno, a cercare la madre scomparsa: «Anima mia, leggera / va a Livorno, ti prego [ ] / perlustra e scruta, e scrivi / se per caso Anna Picchi / è ancor viva tra i vivi . Il fantasma di Olga Le due donne amate Olga, morta prematuramente, e Rosa, indicata nelle poesie anche con il nome di Rina si sovrappongono inizialmente nell immaginario di Caproni, per divergere poi radicalmente, fino a incarnare i due poli opposti di un antitesi. Il fantasma della fidanzata defunta lo perseguita a lungo. Nei Sonetti dell anniversario, confluiti in Cronistoria (1943), è rievocato nel ricordo di una stagione sensuale L AUTORE / GIORGIO CAPRONI / 923

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi