T3 ANALISI ATTIVA - Una sera come tante

Una sera come tante / T3 / Giovanni Giudici, La vita in versi / La mediocrità come condanna / In una tranquilla serata domestica, dopo le consuete incombenze familiari (mettere a letto i figli, occuparsi del cane), il poeta dà sfogo a una serrata riflessione sulla propria condizione di individuo intrappolato negli ingranaggi alienanti della società. METRO 7 strofe di 7 versi di varia lunghezza (con prevalenza di endecasillabi). L ultimo verso di ogni strofa rima con il primo della successiva (tranne che fra la terza e la quarta strofa). 5 10 15 20 25 Una sera come tante, e nuovamente noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro settimo piano, dopo i soliti urli i bambini si sono addormentati, e dorme anche il cucciolo i cui escrementi un altra volta nello studio abbiamo trovati. Lo batti col giornale, i suoi guaìti commenti. Una sera come tante, e i miei proponimenti intatti, in apparenza, come anni or sono, anzi più chiari, più concreti: scrivere versi cristiani in cui si mostri che mi distrusse ragazzo l educazione dei preti; due ore almeno ogni giorno per me; basta con la bontà, qualche volta mentire. Una sera come tante (quante ne resta a morire di sere come questa?) e non tentato da nulla, dico dal sonno, dalla voglia di bere, o dall angoscia futile che mi prendeva alle spalle, né dalle mie impiegatizie frustrazioni: mi ridomando, vorrei sapere se un giorno sarò meno stanco, se illusioni siano le antiche speranze della salvezza; o se nel mio corpo vile io soffra naturalmente la sorte di ogni altro, non volgare letteratura ma vita che si piega al suo vertice, senza né più virtù né giovinezza. Potremo avere domani una vita più semplice? Ha un fine il nostro subire il presente? 5 il cucciolo: il cane di famiglia. 12 che mi distrusse dei preti: una ri- lettura critica della propria formazione è svolta dal poeta nella raccolta L educazione cattolica (1963), poi inglobata nella Vita in versi. 15 ne resta a morire: ce ne restano pri- ma di morire. 23 nel mio corpo vile: traduce l espressione latina in corpore vili della tradizione medico-scientifica, comunemente usata per indicare un esperimento svolto su un corpo vile , cioè ritenuto di scarsa importanza. naturalmente: in base a una legge natura- le, per cui fatalmente le illusioni e le speranze cadono con il trascorrere del tempo. 25 vita che si piega al suo vertice: vita al culmine della sua parabola, dopo la quale inizia una fase di decadenza (il poeta allude alla maturità). 26 virtù: qualità. IL GENERE / LA POESIA ITALIANA DAL SECONDO NOVECENTO AGLI ANNI DUEMILA / 909

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi