CONSONANZE CONTEMPORANEE - Fulvio Ervas - Abbracciare la

CONSONANZE CONTEMPORANEE Fulvio Ervas ABBRACCIARE LA DIVERSIT Nel romanzo Se ti abbraccio non aver paura (2012) il trevigiano Fulvio Ervas (n. 1955) ha raccontato la storia vera di Franco Antonello, un amico che gli ha consegnato la straordinaria esperienza di cui era stato protagonista qualche tempo prima con suo figlio, il diciassettenne Andrea. Il ragazzo, affetto da autismo, compie con il padre un viaggio estivo di tre mesi tra Stati Uniti e America Centrale. Un viaggio in aereo, in sella a una fiammante Harley-Davidson, in autobus, anzi in corriera (questo è il nome adatto per gli antichi torpedoni messicani), nel quale Andrea non potrà fare a meno di buttarsi a fare il bagno se vede il mare né di abbracciare ogni bella ragazza che incontri. Un viaggio durante il quale suo padre, a poco a poco, capirà che deve lasciarsi andare, provare a fidarsi del ragazzo, allentando un po le maglie del controllo e dell apprensione. Riportiamo alcune pagine iniziali del romanzo, nelle quali prende corpo l idea del viaggio. Era una sera di fine maggio, non riuscivo a dormire. Ricordavo un urlo di Andrea qualche giorno prima, dopo uno dei tanti inghippi: gironzolava per casa terribilmente inquieto, gli ho chiesto cosa c è, ho insistito, e lui stranamente mi ha afferrato per le spalle. Mi ha fissato negli occhi come mai prima. Ha spalancato la bocca lasciando uscire un urlo che pareva aver attraversato un infinita distesa di giorni. Mi è sembrato dicesse, mi pare di averlo sentito: non ci riesco, non ci riesco, non ci riesco E ha richiamato immagini del passato: un incidente, la moto che vola e poi l urlo di Andrea a terra da qualche parte, davanti a me, la gente che accorre e mi impedisce di vederlo, la gamba destra tutta sghemba, la morfina, è un ragazzo autistico, le due ambulanze, lasciateci assieme, poi due letti d ospedale, l uno accanto all altro. Ce la siamo cavata, però quell urlo di Andrea ogni tanto riemerge dai sogni, forse non era nemmeno dolore, forse era quel suo mondo strano che aveva trovato un unica voce. Qualcosa gridava libertà e usciva raspando i polmoni e la gola. Mi sono alzato, ho acceso il televisore, l ho spento. Ho cincischiato con la radio. Ho aperto l armadietto dove tengo le cartine stradali, le guide di viaggio. Ho steso sul tappeto una vecchia mappa del mondo, ho svuotato la mente ridisegnando i confini, Croazia, Slovacchia, Macedonia, Moldavia La mattina dopo, molto presto, Andrea era già sveglio e si aggirava in pigiama. Seguiva il perimetro della tavola, sfiorava il divano, controllava la finestra del salotto. Ho cercato le ciabatte, senza trovarle. Ho capito che erano state allineate perfettamente sotto la sedia dello studio. A piedi nudi ho calpestato una briciola di carta, poi un altra, finché sul tavolo ho visto la pila di minutissimi pezzi, quel che restava della mia vecchia mappa. Frammenti infinitesimali di mondo che sarebbero finiti tra la carta da riciclare. Andre, Andre, ho mormorato. Nessuno scatto d ira. Niente. Lui aveva quello sguardo un po malinconico. Dai, il mondo cambia in fretta, e poi dovevo immaginarlo: spesso i giornali e le riviste vengono sminuzzati, Andrea lavora con una precisione invidiabile, come se lasciasse frammenti di parole a invisibili pettirossi che volano nelle nostre stanze. Franco Antonello e il figlio Andrea. Fra un mese finisce la scuola, cominciano le vacanze. I miei amici manderanno i figli ai centri estivi, troveranno l offerta di una bella settimana verde sulle montagne 742 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi