Il magnifico viaggio - volume 6

135 140 145 150 155 160 165 170 175 (Voleva dire «un po più di rispetto verso le elezioni oppure «un po più di rispetto verso la carne che soffre? Non lo specificò). Si aspettava che le sue parole suscitassero una battaglia. Invece niente. Nessuno protestò. Con un sospiro, scuotendo il capo, guardavano l uomo rattratto.8 Certo, è peggiorato, convenne il prete, a bassa voce. Ancora due anni fa, votava. Il presidente mostrò il registro ad Amerigo: Cosa si fa: lasciamo in bianco o facciamo un verbale a parte? Lasciamo. Lasciamo perdere, fu tutto quello che seppe dire Amerigo; pensava a un altra domanda: se era più umano aiutarli a vivere o a morire, e anche a quella non avrebbe saputo dare una risposta. Così, aveva vinto la sua battaglia: il voto del paralitico non era stato estorto. Ma un voto, cosa contava un voto? Questo era il discorso che gli faceva il «Cottolengo con i suoi gemiti e i suoi gridi, vedila la tua volontà popolare che scherzo diventa, qua nessuno ci crede, qua ci si vendica dei poteri del mondo, era meglio lasciarlo passare anche quel voto, era meglio che quella parte di potere guadagnata così restasse incancellabile, inscindibile dalla loro autorità, che se la portassero su di loro per sempre. E il 27? E il 15? chiese la Madre. Gli altri che dovevano votare, votano? Il prete, data un occhiata all elenco, s era avvicinato a un letto. Tornò scuotendo il capo: Anche quello là, sta male. Non riconosce? fece la scrutatrice, come ci s informa d un parente. peggiorato. Peggiorato, fece il prete. Non se ne fa niente. Anche questo, allora, lo depenniamo, fece il presidente. E il quarto? Dov è il quarto? Ma il prete ormai l aveva capita, voleva solo tagliar corto. Se non può uno non possono neanche gli altri; andiamo, andiamo, e spingeva per il braccio il presidente che cercava di controllare i numeri dei letti e a un certo momento si fermò davanti al gigante immobile dalla testa enorme, e cercò nell elenco come per verificare se il numero del quarto votante era quello lì, ma il prete lo spingeva via: Andiamo, andiamo, vedo che qui sono tutti mal messi Gli altri anni glielo facevano fare, diceva la Madre, come se parlasse di iniezioni. Eh, adesso sono peggiorati, concluse il prete. Si sa, il malato, o guarisce, o peggiora. Non tutti sono in grado di votare, si capisce, poveretti, disse la scrutatrice come scusandosi. Oh, poveri noi! rise la Madre. Ce n è che non possono votare, ce n è. Vedesse lì nella veranda Si possono vedere? chiese la scrutatrice. Ma sì, venite di qua, e aperse una porta a vetri. Se sono di quelli che fanno impressione, io ho paura, disse il segretario. Anche Amerigo s era tirato indietro. La Madre sorrideva sempre: Ma no, perché paura, buoni figli La porta dava su una terrazza, una specie di veranda; e c era un semicerchio di seggioloni con seduti tanti giovanotti, rapati in testa e incolti di barba, con le mani poggiate sui braccioli. Portavano vestaglie a righe blu i cui lembi scendevano a terra nascondendo il vaso che era sotto a ogni seggiolone, ma il puzzo e rivoli di trabocco si perdevano sul pavimento, tra le loro gambe nude dai piedi calzati in 8 rattratto: rattrappito. L AUTORE / ITALO CALVINO / 739

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi