Il magnifico viaggio - volume 6

160 165 170 175 180 A me toccò che andavo per i diciassette anni e a dispetto della carestia di casa nostra pesavo sette miria,52 ero tanto grosso d ossa. Quando mi misi a dormire quella notte, sapevo che l indomani nostro padre sarebbe andato al mercato di Niella, ma da solo, sicché mi diede uno scrollone la sua voce nello scuro della prima mattina: «Agostino, levati e vestiti da chiesa . Non dirò sicuramente che fu un presentimento: tutto capitò come se io fossi un agnello in tempo di Pasqua. Andare ai mercati mi piaceva, ed è a un mercato che ho avuto la mia condanna. Non successe subito, potei girare ben bene il mercato di Niella e m incrociai più d una volta con l uomo della bassa langa che un ora dopo m avrebbe tastato le braccia e misurato a spanne la schiena e contrattato poi con mio padre il mio valore. Disse Tobia Rabino: «Vi do per lui sette marenghi l anno . E mio padre: «Me lo pagate un marengo per miria che pesa . Io pensavo solamente, in mezzo a tutte quelle parole, che mia madre a casa lo sapeva ed era come se fosse lì con noi sul mercato di Niella. Mi sembrava che mio padre e Tobia giocassero a gridare, e la voce più forte era quella di mio padre. Si toccarono la mano e Tobia disse ancora: «Se mi contenta, gli regalerò un paio di calzoni per ogni Natale che passa a casa mia. Ma non fateci subito calcolo, non lo metto nei patti . «E fatelo lavorare! gli gridò mio padre, ma la sua non era crudeltà verso di me, ma solo una sfida a quell uomo della bassa langa a spezzare col lavoro la razza dei Braida. Partii per il Pavaglione una settimana dopo, a piedi, per la strada insegnatami da Tobia. Mi sentivo nelle vene sangue d altri che avevano già servito. 52 miria: unità di peso corrispondente a dieci chili. DENTRO IL TESTO Condizioni di vita durissime I contenuti tematici Tema centrale del brano è la miseria della vita contadina. Dopo una prima parte nella quale rievoca la morte e il funerale del padre, l io narrante ripercorre attraverso un flash back le ragioni che hanno determinato il suo allontanamento dalla famiglia. Prima che lui venisse praticamente venduto dal padre a un padrone , il fratello Stefano era stato due anni via da casa per il servizio militare, mentre l altro fratello, Emilio, era partito per Alba per entrare in seminario. Anche in questo caso si era trattato di una ragione economica: l anziana e pia maestra del paese aveva acconsentito a condonare ai Braida un debito di cento lire purché il ragazzo si facesse prete. La costante incomunicabilità Le angustie della povertà e le assidue preoccupazioni materiali rendono tesi i rapporti familiari, come si evince dai contrasti tra i genitori di Agostino e dall appellativo scurrile con cui, qui e altrove nel romanzo, il marito si rivolge alla moglie (Vecchia bagascia, r. 85). Gli insulti prendono il posto del dialogo (Nostra madre piangeva, nostro padre le dava dei nomi, r. 145), completamente assente in una famiglia in cui il padre e la madre non comunicano nulla ai figli, neppure ciò che riguarda i progetti sul loro futuro. La spietata legge economica A dominare su tutto è la logica economica, a cui i personaggi sono soggetti e che non mettono in discussione: a scrivere il destino di Emilio sono, dal punto di vista del narratore, le cento lire prestate alla famiglia dalla maestra Fresia (quelle cento lire che hanno poi scritto il destino di mio fratello Emilio, rr. 77-78), non il malinteso senso religioso di quest ultima né il disperato cinismo dei genitori. Neppure la fede aiuta, non riuscendo a costituire un conforto; semmai, al contrario, l inutilità delle preghiere e delle pratiche devote (il vano pellegrinaggio della madre di Agostino) aumenta l impressione di essere totalmente abbandonati da Dio (Ma non giovò, Dio non fu mai con noi, rr. 98-99). La malora dei personaggi, vale a dire la loro sventura, è davvero totale. L AUTORE / BEPPE FENOGLIO / 583

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi