Il magnifico viaggio - volume 6

20 25 30 Inventaci la morte, o bambino, i tuoi segni come d un gioco infranto rimasero alla sorte del vento, ai suoi disegni di nuvole e di pianto. Ogni giorno che passa è un ricadere brullo nell ombra che c invita. Irrompi a testa bassa nel ridere, fanciullo, devastaci la vita un altra volta e vivi. 19 Inventaci la morte: facci sapere che cosa sia la morte. Ha scritto Gatto: «Noi battiamo gli occhi feriti dalla luce, ci consumiamo tutti a vivere: dopo non sapremo più inventare la nostra morte . 20-23 i tuoi segni... del vento: i segni della tua vicenda terrena (le impronte, gli oggetti, i giocattoli, la stessa disposizione dei sassolini nel giardino ecc.) sono rimasti in balia del vento come se si trattasse degli sparsi elementi di un gioco spezzato (per esempio le tessere di un puzzle). 23-24 ai suoi... di pianto: in balia delle imprevedibili manifestazioni (disegni) di nuvole e pioggia (pianto) del vento stesso. 26 brullo: spoglio, desolato. 27 nell ombra che c invita: nell oscurità della morte che ci chiama. 28-31 Irrompi... vivi: «come la tua scomparsa ci ha distrutta l esistenza, così il ricordo di te penetri impetuosamente a sconvolgerci e perciò stesso a farci vivi e a riproporti vivo, al di là della tua fine (Fortini). Devastaci la vita = sconvolgi la nostra esistenza: in senso positivo (attraverso il ricordo, diversamente dalla devastazione in negativo provocata dalla sua morte) oppure in senso negativo (poiché il ricordo del bambino è doloroso per chi lo ha amato, ma se questa è la condizione affinché egli possa rivivere, ben venga tale dolore per i suoi cari). DENTRO IL TESTO L arcana legge della morte Un tema ricorrente I contenuti tematici Il componimento è inizialmente una sorta di elegia funebre in cui, nella prima parte (vv. 1-18), viene rievocata, con accenti di trattenuta disperazione, la presenza del fratellino del poeta, che ora non c è più, attraverso i colori e rumori che il suo ricordo richiama. Nella seconda parte (vv. 19-31) troviamo un apostrofe diretta al bambino morto, per invitarlo ad aiutare chi sopravvive a comprendere la realtà della morte, in modo che ci si possa preparare a essa, a cui ogni giorno che passa si è sempre più vicini (cfr. vv. 25-27). Ma se il tono sinora è stato sommesso, nel finale troviamo l inaspettato soprassalto di chi non si rassegna alla legge misteriosa che alla vita alterna la morte: da qui l appello, accorato e straziante, rivolto al fanciullo, affinché, rivivendo, sconfigga la spietatezza del destino. Egli potrà rivivere soltanto attraverso una nuova irruzione nella vita di chi lo ha amato, attraverso cioè un ricordo che può pure essere doloroso e persino sconvolgente, ma non per questo meno prezioso. Il motivo della morte del fratellino Gerardo attraversa tutta la produzione letteraria di Alfonso Gatto, a testimonianza di quanto quel lutto lo avesse segnato indelebilmente, rimanendo nel suo animo come un dolore oscuro e profondo. Già nella prima raccolta, Isola (1932), il poeta presentava un altra lirica dedicata al fratello Gerardo, Idillio del piccolo morto, in cui si leggeva: «In dolorosa esilità mi chiami, / piccolo morto intirizzito d aria . Anche nel suo secondo volume di versi, Morto ai paesi (1937), troviamo un componimento dal titolo Gerardo. 368 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi