Il magnifico viaggio - volume 6

DENTRO IL TESTO Una condizione esistenziale negativa Il motivo della folla I toni semplici e dimessi I contenuti tematici La poesia è sintomatica dell atteggiamento che una parte della cultura europea assume di fronte alla crisi morale e intellettuale che segna il continente alla vigilia della Prima guerra mondiale. Il poeta afferma di vivere senza volontà (v. 2), cioè nell assenza di valori e di uno scopo che possano condurlo a un azione fattiva nel mondo, in un attesa disperata (v. 3) perché priva di un oggetto preciso (e dunque consapevole della propria vanità). La sua vita consiste unicamente nella pura contemplazione (Ché tutta la mia vita è nei miei occhi, v. 18) delle esistenze degli altri, della folla che si accalca per strada: incapace di comunicare non solo con gli altri ma anche con sé stesso (mi pare d esser da me stesso assente, v. 10), l individuo può essere soltanto testimone lontano e distaccato di ciò che gli accade intorno, nel più completo disincanto. Il poeta è pronto a commuoversi davanti al fascino femminile (mi volto al frusciare d ogni gonna, v. 13; l improvviso lampo d una nuca, v. 15) o di fronte a una scena che evoca tristezza (la voce d un cantastorie cieco, v. 14), ma si tratta di una commozione effimera e superficiale, come il lieve incresparsi delle acque di uno stagno per un debole soffio di vento (vv. 19-20). Il senso di estraneità verso la realtà circostante porta l autore a percepire in sé una condizione di sostanziale sterilità (io non credo di mettere più foglie / e dubito d averle messe mai, vv. 6-7), di estrema solitudine (la gente che lo urta senza vederlo ai vv. 8-9), di totale passività (Io son come uno specchio rassegnato / che riflette, vv. 21-22), di completa mancanza di certezze (In me stesso non guardo perché nulla / vi troverei , vv. 2324), tanto che una vita di questo tenore potrebbe essere assimilata alla morte (evocata dalla bara del v. 26). , questa, un anticipazione del motivo dell indifferenza, che tanto rilievo avrà nel primo Montale: di fronte all angoscia del vivere, l oblio di sé appare l unico rifugio possibile. Il motivo della solitudine del singolo è acuito, per contrasto, dalla presenza della folla cittadina. Il poeta cerca la calca, il luccichio delle vetrine, la presenza degli altri (le donne, il cantastorie), e nonostante questo si sente prigioniero di una situazione di isolamento. La folla gli appare una galleria di figure estranee, che genera in chi la contempla paura e angoscia. Si tratta di un motivo già presente in alcuni componimenti dei Fiori del male di Baudelaire, che qui Sbarbaro riprende e sviluppa, introducendo il tema dell alienazione e della reificazione dell uomo (della sua riduzione, cioè, a oggetto tra gli oggetti) nella moderna società di massa. Le scelte stilistiche Nonostante la drammaticità dei contenuti, il testo rifugge ogni enfasi retorica, prediligendo, al contrario, un tono basso, sommesso, colloquiale, quasi prosastico. Anche le frequenti similitudini sono semplici e di immediata comprensione: l albero ignudo a mezzo inverno (v. 4), a cui il protagonista paragona sé stesso per indicare la propria sterilità; il debole vento che smuove l acqua morta (v. 20), a cui viene accostata la sua commozione passeggera; lo specchio rassegnato (v. 21), la cui passività è analoga a quella del poeta; il letto che diventa una bara (v. 26), per suggerire l idea di un esistenza priva di ogni energia vitale. L autore fa un uso moderato di altri espedienti retorici: l enjambement tra i vv. 1 e 2 (tristi / giorni), che ha la funzione di porre in rilievo l aggettivo tristi; e, ai vv. 14-17, le anafore di per, mi e occhi, che danno origine a un parallelismo. Rafael Henrique Mazzali Gallo, L occhio dell anima, 2015. 132 / DALLA PRIMA ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi