Camillo Sbarbaro

Camillo Sbarbaro LA VITA Camillo Sbarbaro nasce a Santa Margherita Ligure (Genova) nel 1888. Impiegato a Savona e in seguito a Genova, collabora a riviste come Riviera Ligure , Circoli e La Voce . Volontario della Croce Rossa, durante la Prima guerra mondiale è ufficiale dell esercito. Nel dopoguerra abbandona l insegnamento del greco e del latino nei licei per evitare di pronunciare il giuramento di fedeltà al fascismo, imposto a tutti i docenti delle scuole, e si dedica alla raccolta di muschi e di licheni, ottenendo in questo campo una fama internazionale. Nel 1941 si trasferisce con la sorella a Spotorno (Savona), continuando un assidua attività di traduttore dal greco (Euripide) e dal francese (Flaubert, Huysmans, Zola). Muore a Savona nel 1967. Testo PLUS La bambina che va sotto gli alberi (Versi a Dina) Un anticipatore di Montale nella linea ligure Gaetano Previati, Il giorno sveglia la notte, 1905 ca. Trieste, Museo Revoltella. 130 LE OPERE Sbarbaro pubblica la prima raccolta di versi, Resine, nel 1911, per iniziativa degli ex compagni di liceo. Segue Pianissimo (1914). Nel 1955 dà alle stampe Rimanenze, che include anche i Versi a Dina del 1931, e nel 1958 pubblica Primizie. Volumi di prose liriche sono Trucioli (1920), Liquidazione (1928), Fuochi fatui (1956), Scampoli (1960), Gocce (1963), Quisquilie (1967). Collaboratore della Voce e partecipe del suo frammentismo, Sbarbaro risolve i motivi autobiografici in toni essenziali, rimanendo fedele a tale poetica anche oltre i limiti cronologici della stagione vociana. Il senso di smarrimento psicologico e la dolente coscienza di una condizione di aridità esistenziale trovano espressione soprattutto in liriche incentrate sui paesaggi e sugli elementi della natura. Ligure come Eugenio Montale, di cui anticipa la visione scabra e disillusa della realtà, Sbarbaro dà vita a una poesia sommessa e antioratoria (per questo si parla di una linea ligure della poesia del primo Novecento). Lo stile è apparentemente prosastico, anche se in realtà l autore non disdegna i metri tradizionali: agli endecasillabi sciolti si alternano quaternari, settenari e novenari. La scrittura è sorprendentemente moderna: va al di là non solo del lirismo carducciano, pascoliano e dannunziano ma anche della malinconia crepuscolare. Allo stesso tempo, il poeta conserva echi dell ispirazione introspettiva di autori come Leopardi e Baudelaire; e pare, come loro, sporgersi sull abisso per contemplare lucidamente sé stesso e il grande deserto del mondo.

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi