Il magnifico viaggio - volume 2

60 65 70 75 80 36 Quanto più segue invan la vana effigie, tanto più di seguirla invan s accende; tuttavia preme sue stanche vestigie, sempre la giunge, e pur mai non la prende: qual fino al labro sta nelle onde stigie Tantalo, e l bel giardin vicin gli pende, ma qualor l acqua o il pome vuol gustare, subito l acqua e l pome via dispare. ottava 36 Quanto più inutilmente insegue quella evanescente figura (vana effigie), tanto più invano desidera (s accende) ardentemente di seguirla; continuamente segue (preme) le sue orme che stancano, la raggiunge sempre, e tuttavia non riesce mai a catturarla. Allo stesso modo Tantalo è immerso fino alle labbra nelle acque dello Stige e i rami di un bel giardino gli pendono vicino, ma appena cerca di assaporare l acqua o i frutti (pome), all improvviso essi scompaiono. 37 Era già drieto alla sua desianza gran tratta da compagni allontanato, né pur d un passo ancor la preda avanza, e già tutto el destrier sente affannato; ma pur seguendo sua vana speranza, pervenne in un fiorito e verde prato: ivi sotto un vel candido li apparve lieta una ninfa, e via la fera sparve. ottava 37 38 La fera sparve via dalle suo ciglia, ma l gioven della fera ormai non cura; anzi ristringe al corridor la briglia, e lo raffrena sovra alla verdura. Ivi tutto ripien di maraviglia pur della ninfa mira la figura: parli che dal bel viso e da begli occhi una nuova dolcezza al cor gli fiocchi. ottava 38 39 Qual tigre, a cui dalla pietrosa tana ha tolto il cacciator li suoi car figli; rabbiosa il segue per la selva ircana, che tosto crede insanguinar gli artigli; 59 stanche: l aggettivo ha un valore atti- vo e significa dunque che creano stanchezza . 61-64 qual dispare: il poeta si riferisce al cosiddetto supplizio di Tantalo, il quale, a causa dei comportamenti offensivi nei confronti degli dèi (tra l altro, rubò l ambrosia e il nettare, oltre a rapire Ganimede, il coppiere dell Olimpo), viene condannato a stare dentro un lago presso alberi protendenti rami carichi di frutta, senza poter bere e mangiare perché l acqua si ritira e il vento allontana i rami. 72 ninfa: il personaggio reale che l autore nasconde sotto la veste del mito è Simonetta Cattaneo ( pp. 70-71), la nobildon- na amata da Giuliano de Medici, ritenuta la donna più bella del suo tempo, modella del pittore Sandro Botticelli, che la ritrasse nel celebre quadro Nascita di Venere. 73 La fera sparve: l ottava inizia con le stesse parole con cui era terminata quella precedente, sul modello delle coblas capfinidas in uso nella poesia trobadorica. 83 ircana: dell Ircania, una regione montuosa della Persia, tradizionalmente selvaggia. Le parole valgono effigie In latino il verbo effingere significa riprodurre in rilievo . Per questa ragione, ammiriamo l effigie della Madonna, di un santo o di 66 / UMANESIMO E RINASCIMENTO Iulio si era già allontanato di molto (gran tratta) dai suoi compagni seguendo l oggetto del suo desiderio (sua desianza), ma non guadagna neppure un passo sulla preda, che già si accorge che il suo cavallo è ansimante; ma, continuando a inseguire la sua illusoria speranza, giunse in un prato fiorito e verde: lì, sotto un candido velo, gli apparve una ninfa ridente, e l animale scomparve. L animale scomparve dai suoi occhi, ma il giovane non pensa più all animale; anzi stringe le briglie al cavallo e lo fa fermare sopra i fiori e l erba (verdura). Qui, tutto meravigliato, contempla con stupore solo (pur) l aspetto della ninfa: gli sembra (parli) che dal bel viso e dai begli occhi [della ninfa] gli scenda lievemente (fiocchi) nel cuore un dolce sentimento del tutto sconosciuto. ottava 39 Come una tigre, alla quale un cacciatore ha rapito dalla tana di pietra i cari cuccioli, rabbiosa lo segue per il bosco selvaggio, pensando di poter presto affondare gli artigli nella sua carne; ma poi si ferma davanti all immagine illusoria riflessa in un sovrano per lo più su una tavola, su una moneta o semplicemente disegnata su un foglio. Non a caso, l effigie non designa solo il ritratto ma anche il quadro o la scultura che lo riproduce: «I fedeli hanno portato in processione l effigie miracolosa . Del resto, anche le parole solenni presentano spesso accezioni scherzose: se mandiamo a una persona cara la nostra effigie, non facciamo altro che spedirle una bella fotografia con il nostro volto in primo piano. Il verbo derivato, effigiare, può significare sia semplicemente raffigurare sia trattare qualcosa in modo da ottenerne immagini in rilievo . Indica quale verbo non può sostituire effigiare nell espressione «effigiare la cera : plasmare; intagliare; modellare; scolpire.

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento