Il magnifico viaggio - volume 2

40 45 50 55 60 Lasso! e seguii con mal sicure piante, qual Ascanio o Camilla, il padre errante. In aspro esiglio e n dura povertà crebbi in quei sì mesti errori; intempestivo senso ebbi a gli affanni: ch anzi stagion, matura l acerbità de casi e de dolori in me rendé l acerbità de gli anni. L egra spogliata sua vecchiezza e i danni narrerò tutti. Or che non sono io tanto ricco de propri guai che basti solo per materia di duolo? Dunque altri ch io da me dev esser pianto? Già scarsi al mio voler sono i sospiri, e queste due d umor sì larghe vene non agguaglian le lagrime e le pene. Padre, o buon padre, che dal ciel rimiri, egro e morto ti piansi, e ben tu il sai, e gemendo scaldai la tomba e il letto: or che ne gli alti giri tu godi, a te si deve onor, non lutto: a me versato il mio dolor sia tutto. 40 Ascanio o Camilla: riferimento a due personaggi dell Eneide virgiliana. Ascanio è il fanciullo che segue il padre Enea in fuga alla ricerca di una nuova patria; Camilla è la guerriera costretta anch essa ad accompagnare il vecchio padre Mètabo, re dei Volsci, esiliato dalla propria terra. 53 vene: metafora per indicare gli occhi, sorgenti delle lacrime. 56-58 egro e morto ti piansi la tomba e il letto: il poeta, avuta notizia della malattia del padre, era accorso ad assister- 41-60 Sono cresciuto in un esilio doloroso (aspro esiglio) e in una rigida povertà in quel triste vagabondaggio; ebbi una precoce conoscenza (intempestivo senso) delle sofferenze: perché la durezza della sorte (casi) e dei dolori fece maturare in me, prima del tempo (anzi stagion), l età adulta. Racconterò la malata (egra) e misera (spogliata) vecchiaia di mio padre e i suoi dolori. Non sono io forse tanto ricco delle mie disgrazie da essere sufficiente come materia di dolore? Dunque devo piangere un altro piuttosto che me stesso? Già i miei sospiri sono insufficienti rispetto a quanto vorrei, e queste due fonti (vene) così ricche di pianto non uguagliano le lacrime alle mie pene. Padre, o buon padre che guardi dal cielo, ti piansi quando eri malato e quando sei morto, e tu lo sai bene, e piangendo scaldai con le lacrime il tuo letto e la tua tomba: ora che sei beato (godi) in cielo (ne gli alti giri), a te va tributato onore, non lutto: il mio dolore sia tutto riversato su di me. lo e, alla sua morte, ne aveva trasportato la salma a Mantova (1569). Vi è qui un h steron pr teron, l inversione dell ordine delle parole rispetto alla sequenza naturale delle azioni. ANALISI ATTIVA Il motivo encomiastico I contenuti tematici L occasione da cui nasce la canzone è encomiastica, ma l omaggio ai signori di Urbino, nuovi protettori del poeta, si esaurisce in pochi versi iniziali, dedicati al fiume Metauro, nei pressi del quale sorge la corte di Urbino, e all alta Quercia, l insegna dei della Rovere (vv. 1-12), dopo i quali balza in primo piano il motivo autobiografico del fugace peregrino (v. 4). 1. Quale relazione si instaura tra la quercia e il poeta? A quale situazione biografica allude tale rapporto? Il resoconto autobiografico delle sofferenze patite Nel rievocare le diverse tappe della propria vita, Tasso fa risalire alla nascita l inizio delle traversie che l hanno dolorosamente segnata (vv. 21-30). Le persecuzioni della Fortuna, cruda e cieca dea (vv. 14-15), poi richiamata da immagini amaramente patetiche (ingiusta e ria, v. 24; empia fortuna, v. 31), non lo hanno mai abbandonato, toccando gli affetti familiari, strappandolo dal seno materno e costringendolo a vivere lontano (l aspro esiglio, v. 41). Sigillata da questi incancellabili marchi della sofferenza, l esistenza di Tasso è stata scandita da un continuo vagabondare (mesti errori, v. 42), sotto la minaccia anche della povertà. Nella terza 508 / L ET DELLA CONTRORIFORMA E DEL MANIERISMO

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento