Il magnifico viaggio - volume 2

10 15 20 25 30 35 L alta Quercia che tu bagni e feconde con dolcissimi umori, ond ella spiega i rami sì ch i monti e i mari ingombra, mi ricopra con l ombra. L ombra sacra, ospital, ch altrui non niega al suo fresco gentil riposo e sede, entro al più denso mi raccoglia e chiuda, sì ch io celato sia da quella cruda e cieca dea, ch è cieca e pur mi vede, ben ch io da lei m appiatti in monte o n valle, e per solingo calle notturno io mova e sconosciuto il piede; e mi saetta sì che ne miei mali mostra tanti occhi aver quanti ella ha strali. L alta Quercia che tu bagni e fecondi con le tue dolcissime acque (umori), grazie alle quali essa stende i suoi rami così da coprire i monti e i mari, mi accolga sotto la sua ombra protettiva. L ombra sacra, ospitale, che a nessuno nega pace e accoglienza con la sua frescura gentile, mi accolga e mi racchiuda nel più folto (entro al più denso) fogliame, così che io non sia visibile a quella dea cieca e crudele, che è cieca eppure mi vede, benché io mi nasconda (m appiatti) da lei sui monti o nelle valli e lungo sentieri solitari (solingo calle) e senza esser visto da nessuno (sconosciuto), di notte, io muova i passi; e mi colpisce (saetta) così che, nelle mie sventure, essa mostra di avere tanti occhi quante sono le sue frecce. Oimè! dal dì che pria trassi l aure vitali e i lumi apersi in questa luce a me non mai serena, fui de l ingiusta e ria trastullo e segno, e di sua man soffersi piaghe che lunga età risalda a pena. Sassel la gloriosa alma sirena, appresso il cui sepolcro ebbi la cuna: così avuto v avessi o tomba o fossa a la prima percossa! Me dal sen de la madre empia fortuna pargoletto divelse. Ah! di quei baci, ch ella bagnò di lagrime dolenti, con sospir mi rimembra e de gli ardenti preghi che se n portar l aure fugaci: ch io non dovea giunger più volto a volto fra quelle braccia accolto con nodi così stretti e sì tenaci. 21-40 Ohimè! Dal giorno in cui per la prima volta respirai (trassi) l aria vitale e aprii gli occhi (lumi) a questa vita (luce) che per me non è mai serena, fui uno zimbello e un bersaglio (trastullo e segno) della Fortuna ingiusta e malvagia (ria), e dalle sue mani subii ferite che il lungo trascorrere del tempo rimargina (risalda) a malapena. Lo sa bene (Sassel) la gloriosa e materna sirena, nei pressi del cui sepolcro io nacqui (ebbi la cuna): avessi avuto io sepoltura al suo primo colpo (percossa)! La crudele sorte (empia fortuna) strappò me che ero ancora piccolo dal seno della madre. Ah! Ricordo sospirando quei baci che lei bagnò con lacrime di dolore e le appassionate preghiere (ardenti preghi) che il vento fuggevole (l aure fugaci) ha portato via: perché io non avrei potuto più accostare il mio volto al suo, accolto fra quelle braccia con legami così stretti e tenaci. Povero me! (Lasso!) E seguii, come Ascanio o Camilla, con passi (piante) incerti mio padre costretto a vagare. 7 L alta Quercia: si tratta dello stemma dei duchi Della Rovere, sotto i cui rami Tasso spera di ricevere conforto. La quercia ha qui un doppio valore: quello legato all encomio della famiglia che ospita il poeta e quello, metaforico, dell albero che con la sua ombra ospitale gli può permettere di riposare. 9 i monti e i mari ingombra: il dominio dei Della Rovere si estendeva dall Appennino all Adriatico. 14-15 quella dea: la Fortuna, spesso rappresentata come una dea bendata, nel suo caso anche crudele. 28 ebbi la cuna: Tasso è nato a Sorrento, cittadina situata non lontano da Napoli e sorta, secondo la leggenda, sul sepolcro della sirena (creatura marina per me- tà donna e per metà pesce) Partenope. 30 a la prima percossa: al primo colpo della sorte nemica. 32 pargoletto: Tasso aveva infatti solo dieci anni quando aveva dovuto seguire il padre Bernardo, esule con il suo signore, il principe di Sanseverino, lasciando la madre, che non avrebbe più rivisto. 34-35 de gli ardenti preghi che se n portar l aure fugaci: delle supplichevoli preghiere che furono disperse dal vento fugace (cioè dalla precoce morte della madre, avvenuta nel 1556). Le parole valgono trastrum latino, il banco sul quale il giocoliere mostrava le proprie abilità. L ipotesi è suggestiva e richiama il significato naturale di questa parola, tanto divertente e disimpegnata, quanto lo svago, il divertimento e il gioco a cui allude. Ci sentiamo sempre così affannati e assediati dalle cose da fare: concedersi il passatempo di un trastullo, talvolta, ci aiuta a vivere meglio. Eppure capita a molti adolescenti di sentirsi dire dai genitori: «Stai tutto il giorno a trastullarti . Indica qual è, in questo caso, il significato del verbo trastullarsi: distrarsi dai compiti da svolgere ; perdere tempo in futili occupazioni ; giocare senza riuscire a vincere . trastullo Alcuni linguisti ritengono che l origine della parola trastullo sia da ricercare nel L AUTORE / TORQUATO TASSO / 507

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento