D1 - L’investitura del potere arriva da Dio (Della ragion

DOCUMENTO 1 L investitura del potere arriva da Dio Giovanni Botero, Della ragion di Stato, libro II Giovanni Botero nasce a Bene Vagienna, in Piemonte, nel 1544. Gesuita dal 1560, nel 1580 lascia l ordine per contrasti con i superiori e due anni dopo diventa segretario del cardinale Carlo Borromeo. Nel 1585 è in Francia, incaricato di una missione segreta da Carlo Emanuele I di Savoia. Stabilitosi per quattordici anni a Roma, viene richiamato nel 1599 a Torino da Carlo Emanuele, dei cui figli è precettore. Studioso di Machiavelli e autore delle importanti Relazioni universali (un vero manuale geopolitico in quattro volumi, consultato da tutta la classe dirigente politica europea), Botero deve però la propria fama ai dieci libri Della ragion di Stato (1589), in cui tenta di conciliare i valori etici e religiosi con le istanze materiali della politica. Riavvicinatosi alla Compagnia di Gesù, la lascia erede di tutti i suoi beni quando muore a Torino, nel 1617. L autore Il sovrano riceve direttamente da Dio l investitura per governare e per dare stabilità e autorevolezza al proprio potere. Solo pochi decenni separano la riflessione dell autore da quella di Machiavelli, ma sembrano passati secoli: alla fiducia rinascimentale sulle qualità dell uomo di autodeterminare la propria azione anche nella sfera politica, subentra infatti con la Controriforma una visione dogmatica, che assegna di nuovo alla religione una potestà assoluta. Rinnegata l autonomia della politica, affermata da Machiavelli, l autore ripristina il primato dei precetti religiosi. Non c è più spazio per il segretario politico di formazione umanistica: a ispirare il principe deve essere un esperto di morale cristiana. La Chiesa ha la funzione di legittimare il potere politico. Sotto l ossequiosa fedeltà alla Chiesa compare la valenza strumentale della religione la quale, in quanto garante della stabilità politica, costituisce un mezzo imprescindibile per tenere il popolo sottomesso. Deve dunque il prencipe, di tutto cuore, umiliarsi innanzi la Divina Maestà, e da lei riconoscere il regno e l obedienza de popoli,1 e quanto egli è collocato in più sublime2 grado sopra gli altri, tanto deve abbassarsi maggiormente nel cospetto di Dio, non metter mano a negotio, non tentar impresa, non cosa nissuna, ch egli non sia sicuro esser conforme alla legge di Dio. [ ] Per lo che sarebbe necessario, che il prencipe non mettesse cosa nissuna in deliberatione nel conseglio di Stato, che non fosse prima ventillata in un conseglio di conscienza,3 nel quale intervenissero dottori eccellenti in teologia et in ragione canoni ca,4 perché altramente caricarà5 la conscienza sua, e farà delle cose che bisognerà poi disfare, se non vorrà dannare l anima sua e de successori. [ ] La religione è fondamento d ogni prencipato, perché, venendo da Dio ogni podestà,6 e non si acquistando7 la gratia e l favor di Dio altramente, che con la religione, ogni altro fondamento sarà rovinoso. La religione rende il prencipe caro a Dio; e di che cosa può temer chi ha Dio dalla sua? E la bontà d un prencipe è spesse volte cagione delle prosperità de popoli. [ ] La religione è quasi madre d ogni virtù; rende i sudditi obedienti al suo prencipe, corragiosi nell imprese, arditi ne pericoli, larghi ne bisogni, pronti in ogni necessità della republica, con ciò sia che8 sanno, che, servendo il prencipe, fanno servitio a Dio, di cui egli tiene il luogo.9 Farò fine col consiglio dato da Mecenate a Augusto Cesare:10 «Onora dice «Dio perpetuamente conforme11 alle leggi antiche: et fa che gl altri facciano il medesimo: odia, castiga quelli che faranno novità nelle cose divine, e ciò non solo per rispetto delli dei (i quali però chi sprezza non farà mai conto d altra cosa)12 ma perché quelli che alterano la religione, spingono molti all alteratione delle cose, onde13 nascono congiure, seditioni, e conventicole;14 cose poco a proposito15 per il Prencipato . 1 e da lei popoli: e riconoscere che pro- vengono dalla Divina Maestà il potere del sovrano e l obbedienza dei sudditi. 2 sublime: elevato. 3 ventillata conscienza: esaminata in un consiglio morale, in un confronto con la coscienza. 4 ragione canonica: diritto canonico. 5 caricarà: appesantirà. 6 podestà: potere. 7 non si acquistando: non acquistandosi. 8 con ciò sia che: poiché. 9 tiene il luogo: fa le veci. 10 da Mecenate a Augusto Cesare: Gaio Cilnio Mecenate (69 ca - 8 a.C.) è il celebre protettore degli artisti, consigliere del primo imperatore romano Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (63 a.C. - 14 d.C.). 11 conforme: conformemente. 12 i quali d altra cosa: colui che disprez- za gli dèi non avrà mai considerazione (farà mai conto) per nulla. 13 onde: dalla quale alterazione. 14 seditioni, e conventicole: ribellioni e gruppi di possibili rivoltosi. 15 poco a proposito: sconvenienti, inopportune. L EPOCA E LE IDEE / 477

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento