Il magnifico viaggio - volume 2

FINESTRA SUL 900 Machiavelli & Pier Paolo Pasolini La denuncia della società di massa Nella sua produzione (letteraria, giornalistica, cinematografica) Pasolini descrive la scomparsa dell Italia rurale, la progressiva trasformazione del sottoproletariato urbano, che ha smarrito la propria identità perché sedotto dai modelli e dai costumi borghesi, la capacità di quello che egli chiama Centro (ossia il potere) di distruggere ogni forma di cultura autentica e alternativa, omologando tutti gli uomini agli stessi valori. La sua è una combattiva, radicale denuncia della cultura di massa, capace di annullare le differenze tra classi diverse: la propaganda consumistica ed edonistica ha contagiato tutti i settori della società, ostentando una falsa tolleranza ma in realtà agendo sulle coscienze in modo subdolamente autoritario. Il ruolo della Chiesa Il brano che riportiamo è tratto da un articolo originariamente pubblicato sul Corriere della Sera del 22 settembre 1974 con il titolo I dilemmi di un Papa, e poi compreso, con il titolo 22 settembre 1974. Lo storico discorsetto di Castelgandolfo, negli Scritti corsari. Se in passato il potere poteva essere quello politico o quello religioso spesso uniti in quell alleanza tra trono e altare che contribuiva a renderli entrambi più saldi , ora esso è rappresentato soprattutto, se non esclusivamente, dall economia. L organizzazione 5 10 15 20 Papa Montini (Paolo VI) saluta la folla, negli anni Settanta. economica del mondo del capitalismo avanzato è, agli occhi di Pasolini, il vero Potere , scritto con l iniziale maiuscola, a sottolineare la forza pervasiva e violenta del sistema industriale, capace di condizionare anche l azione della Chiesa, incapace di opporvisi. Forse qualche lettore è stato colpito da una fotografia di Papa Paolo VI con in testa una corona di penne Sioux, circondato da un gruppetto di «Pellerossa in costumi tradizionali: un quadretto folcloristico estremamente imbarazzante quanto più l atmosfera appariva familiare e bonaria. Non so cosa abbia ispirato Paolo VI a mettersi in testa quella corona di penne e a posare per il fotografo. Ma: non esiste incoerenza. Anzi, nel caso di questa fotografia di Paolo VI, si può parlare di atteggiamento particolarmente coerente con l ideologia, consapevole o inconsapevole, che guida gli atti e i gesti umani, facendone «destino o «storia . Nella fattispecie, «destino di Paolo VI e «storia della Chiesa. Negli stessi giorni in cui Paolo VI si è fatto fare quella fotografia su cui «il tacere è bello (ma non per ipocrisia, bensì per rispetto umano), egli ha infatti pronunciato un discorso che io non esiterei, con la solennità dovuta, a dichiarare storico. E non mi riferisco alla storia recente, o, meno ancora, all attualità. Tanto è vero che quel discorso di Paolo VI non ha fatto nemmeno notizia, come si dice: ne ho letto nei giornali dei resoconti laconici ed evasivi, relegati in fondo alla pagina. Dicendo che il recente discorsetto di Paolo VI è storico, intendo riferirmi all intero corso della storia della Chiesa cattolica, cioè della storia umana (eurocentrica e culturocentrica, almeno). Paolo VI ha ammesso infatti esplicitamente che la Chiesa è stata superata dal mondo; che il ruolo della Chiesa è divenuto di colpo incerto e superfluo; che il Potere reale non ha più bisogno della Chie- 434 / UMANESIMO E RINASCIMENTO Paolo VI con il copricapo Sioux di cui parla Pasolini.

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento