Il magnifico viaggio - volume 2

farsi seguire e farsi temere dai soldati, spegnere quelli che ti possono o ti devono offendere, innovare con nuove istituzioni gli ordinamenti politici antichi, essere severo e grato, magnanimo e liberale, spegnere la milizia infedele, crearne una nuova, mantenere le amicizie di re e di principi in modo che ti abbino o a beneficare con grazia o a offendere con rispetto, non può trovare esempi più freschi che le azioni di costui. Si può solamente muovergli qualche rimprovero per la nomina del pontefice Giulio II, nella quale egli fece una cattiva scelta. Come si è detto, se non poteva fare un papa a suo modo, poteva almeno ottenere che uno non fosse papa. Non doveva neanche permettere che divenisse papa uno di quei cardinali che egli aveva offeso o, se lo diveniva, doveva fare in modo che avesse paura di lui. Gli uomini offendono o per paura o per odio. Quelli che egli aveva offeso erano, fra gli altri, San Pietro in Vincoli, Giovanni Colonna, San Giorgio, Ascanio Sforza. Tutti gli altri cardinali, che fossero divenuti papa, dovevano temerlo, eccetto Roano e gli spagnoli. Questi per il legame di parentela e per obbligo; quello per la potenza, poiché aveva alle spalle il re di Francia. Pertanto il duca, prima di ogni altra cosa, doveva creare papa uno spagnolo. Non potendo, doveva acconsentire che fosse Roano e non San Pietro in Vincoli. E chi crede che nei grandi personaggi i benefici nuovi facciano dimenticare le ingiurie vecchie, si inganna. Il duca quindi commise un errore in questa elezione. E questo errore fu causa della sua rovina definitiva. DENTRO IL TESTO Le difficoltà incontrate da un principe nuovo I contenuti tematici A differenza della condizione analizzata nel capitolo VI, nel VII Machiavelli prende in esame una situazione più difficile, quella di chi voglia mantenere il potere dovendo dipendere dall arme e fortuna di altri. Questa è un impresa ardua, in quanto al principe che ha beneficiato della fortuna spetta il compito poi di emanciparsi da essa. Infatti, uno Stato costituito solo grazie al concorso di circostanze esterne propizie è paragonato a un albero cresciuto in fretta, senza barbe e correspondenzie (r. 16), cioè senza radici e ramificazioni: questa metafora botanica rivela ancora una volta la concezione naturalistica di Machiavelli e rende l idea della vulnerabilità dello Stato, se a esso non vengono fornite al più presto le fondamenta (fondamenti, r. 20), che la fortuna non è in grado di erigere. Un eroe tragico Fatte queste premesse generali su Coloro e quali solamente per fortuna diventano di privati principi (r. 2), Machiavelli dedica tutto il capitolo a una figura esemplare: il duca Valentino, Cesare Borgia, figlio naturale di papa Alessandro VI. La ricostruzione della vicenda del Valentino offre un documento eccezionale della realtà delle lotte per il potere in un Cinquecento brutale e sanguinario, ben lontano dall immagine idealizzante divulgata dall arte rinascimentale. Il personaggio, così come lo delinea Machiavelli, assume le fattezze di un eroe tragico e grandioso, in lotta con gli ingranaggi di un potere losco e subdolo, costretto a soccombere, pure a dispetto delle sue grandi virtù. Le varie fasi della parabola politica del Valentino Per descrivere l azione politica del principe seguiremo l andamento cronologico utilizzato dall autore isolando tre fasi essenziali: la conquista dello Stato; il rafforzamento del potere; i progetti futuri e la sconfitta. Il racconto delle vicende del Valentino inizia con le difficultà presenti e future di papa Alessandro VI nel volere fare grande il duca suo figliuolo (rr. 38-39) e dargli un principato. La discesa in Italia di Luigi XII permette al pontefice di superare i due ostacoli maggiori: l opposizione veneziana e milanese e l insidia rappresentata dalle fazioni legate alle potenti famiglie romane degli Orsini e dei Colonna. Ottenuto il principato, Cesare Borgia mostra risolutezza nel non dipendere più dall arme e fortuna di altri (r. 30). Machiavelli indica le sue iniziative più lungimiranti (e, in alcune occasioni, efferate, ma ciò non induce l autore a stigmatizzarle): uccidere gli Orsini, accaparrarsi il favore dei romagnoli, preparare un alleanza con gli spagnoli. Il Valentino è consapevole che la stabilità del suo Stato deriva dal favore del papa, e inizia a operare in modo che il pontefice destinato a succedere al padre non gli sia ostile. A questo fine, uccide gli eredi e i parenti di quelli che aveva spogliato di beni e potere, e si guadagna il favore dei nobili romani e del Collegio cardinalizio. La sconfitta del Valentino Eppure, nonostante la sua abilità, il tentativo del Valentino fallisce. L avversativa usata da Machiavelli (Ma Alessandro morì, r. 131) evidenzia l ingerenza negativa della fortuna, che si concretizza nella morte del padre e nella malattia del principe. Il capitolo dunque sem- L AUTORE / NICCOL MACHIAVELLI / 375

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento