Il magnifico viaggio - volume 2

50 55 lo quando la volti e c è la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro. La penna corre spinta dallo stesso piacere che ti fa correre le strade. Il capitolo che attacchi e non sai ancora quale storia racconterà è come l angolo che svolterai uscendo dal convento e non sai se ti metterà a faccia con un drago, uno stuolo barbaresco, un isola incantata, un nuovo amore. Corro, Rambaldo. Non saluto nemmeno la badessa. Già mi conoscono e sanno che dopo zuffe e abbracci e inganni ritorno sempre a questo chiostro. Ma adesso sarà diverso Sarà Dal raccontare al passato, e dal presente che mi prendeva la mano nei tratti concitati, ecco, o futuro, sono salita in sella al tuo cavallo. Quali nuovi stendardi mi levi incontro dai pennoni delle torri di città non ancora fondate? quali fumi di devastazioni dai castelli e dai giardini che amavo? quali impreviste età dell oro prepari, tu malpadroneggiato, tu foriero di tesori pagati a caro prezzo, tu mio regno da conquistare, futuro d Maurits Cornelis Escher, Concavo e convesso, 1955. New York, collezione privata. Sulla carta geografica del mondo Anche qui, come nel Furioso, i personaggi si muovono incessantemente in un eterna, affannosa ricerca di qualcosa. Agilulfo e il suo scudiero Gurdulù girano il mondo senza meta: il loro itinerario dà vita a un infinito entrelacement, spaziando in un labirinto privo di uscita e di approdo. La penna di Suor Teodora li segue disegnando la pagina come una mappa: ogni uomo è come una pedina della scacchiera che è la carta geografica del mondo. Su di essa si gioca una partita smisurata, dove linee dritte, spezzate, ghirigori e andirivieni (r. 24) simboleggiano, al tempo stesso, il cammino zigzagante dei personaggi e la difficoltà di fissarli sulla carta. Tuttavia, come Ariosto, Calvino non ha perso la fiducia nella magia della parola scritta: anzi, nel secondo brano, in conclusione di romanzo, dopo aver raccontato la propria vicenda e quindi imparato a capirla e dominarla, Suor Teodora può correre verso la vita. La letteratura le ha permesso di ordinare i diversi fili dell esistenza e di sottrarli al caos della realtà. La fantasia per riflettere sul mondo facile capire, dunque, che l amore per Ariosto non spinge Calvino al disimpegno intellettuale o alla costruzione di favole di semplice intrattenimento. In un testo scritto per una trasmissione radiofonica andata in onda nel 1968, e poi pubblicato in Una pietra sopra (1980), l autore chiarisce così questo aspetto fondamentale: evasione il mio amore per l Ariosto? No, egli ci insegna come l intelligenza viva anche, e soprattutto, di fantasia, d ironia, d accuratezza formale, come nessuna di queste doti sia fine a se stessa ma come esse possano entrare a far parte d una concezione del mondo, possano servire a meglio valutare virtù e vizi umani. Tutte lezioni attuali, necessarie oggi, nell epoca dei cervelli elettronici e dei voli spaziali. In tal modo, due anni dopo, con il volume Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, l autore è pronto a mettere mano in prima persona al capolavoro tanto amato, parafrasandone e commentandone le vicende ma anche ristrutturandone la trama, slegando i fili dell intreccio originale, tagliando e ordinando in modo personale i diversi episodi, alternando le ottave del poema con una narrazione svincolata dalla divisione in canti. Il suo percorso di lettura valorizza in particolare il gioco fantastico con i personaggi, il senso illusionistico della rappresentazione letteraria, il piacere dell avventura come strumento di riflessione filosofica sulla condizione umana, il gusto labirintico della deviazione e della digressione. Indicativo di questo approccio è il brano che riportiamo, dedicato al palazzo di Atlante, che abbiamo già conosciuto ( T10, p. 281, ma anche T7, p. 261) nella versione ariostesca. L AUTORE / LUDOVICO ARIOSTO / 325

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento