4 - Il primato della vita attiva

| 4 | IL PRIMATO DELLA VITA ATTIVA La vita come occasione per realizzare sé stessi Se la vita terrena non è più concepita solo come il transito verso quella ultraterrena, ciascuno deve sfruttarla come un occasione, un opportunità per realizzare sé stesso. La più dinamica propensione verso il mondo esterno si traduce nell affermazione di valori nuovi, non più legati ad abitudini, prassi e princìpi della vita contemplativa. Durante il Quattrocento si afferma infatti un ideale pragmatico e attivo, capace di regalare all uomo successo, appagamento, gloria ed eternità. Ancora una volta, non esiste contraddizione tra operosità e preghiera, spirito e materia, tra Umanesimo e messaggio cristiano, come dimostra la formula, ideata dall umanista toscano Poggio Bracciolini (1380-1459), della «santità attiva : una sintesi efficace per coniugare impegno civile e fede religiosa. Ma come si concilia l impegno che l individuo deve porre in atto per migliorare sé stesso con la partecipazione alla vita sociale? Per rispondere alla domanda, occorre tenere presente il valore assegnato dall umanista alle attività mondane, che non rappresentano un insidia o una fonte di distrazione dal bene, come si pensava nei secoli precedenti. Al contrario, l uomo laborioso potrà inseguire l obiettivo della perfezione in relazione con il prossimo, nella propria comunità di appartenenza, sia essa quella della famiglia o quella dello Stato. Partecipe del proprio orizzonte civile, l umanista celebra spesso l utilità del matrimonio e della famiglia, il valore della ricchezza, il principio della masserizia , ovvero dell oculata amministrazione del patrimonio. L attività economica non è più giudicata con disprezzo e il profitto, condannato sia dal pauperismo cristiano medievale sia dalla disinteressata liberalità cortese, viene rivendicato come un diritto dell essere umano. La fiducia dell umanista nella possibilità di superare gli ostacoli Anche se l uomo è artefice del proprio destino, non sempre però può misurarsi con lo svolgimento razionale degli eventi, che sono talora resi imprevedibili dai capricci del fato. Il tema del conflitto tra virtù e fortuna, già presente nell opera di Boccaccio, diventa costante agli albori del Quattrocento, innestandosi nell ambito della concezione laica dell esistenza, la quale non è più vista come segnata da un corso provvidenziale, ma è considerata esposta alla volubilità del destino. L ottimistica fiducia nella capaci- 28 / UMANESIMO E RINASCIMENTO Maestro della Veduta di Santa Gudula, Giovane uomo con un libro, 1480 ca. New York, Metropolitan Museum of Art. tà dell individuo di determinare la propria sorte terrena non entra però in crisi: la volontà e la responsabilità del singolo paiono ancora un valido antidoto alle incognite e alle disgrazie della vita. Il pessimismo degli intellettuali rinascimentali Si tratta, tuttavia, di una prospettiva positiva destinata a non durare. La dialettica tra virtù e fortuna presenta infatti una progressiva complicazione. Negli artisti rinascimentali si affaccia l idea che l armonia e l ordine razionale possano essere alterati dalla contraddittorietà della realtà e dall incidenza dell imponderabile. Nell Orlando furioso di Ludovico Ariosto, per esempio, l universo dei personaggi è turbato dall intreccio di relazioni e circostanze fortuite; il labirinto in cui ciascun cavaliere insegue invano il proprio desiderio diventa la metafora del laico pessimismo dell autore, che sceglie di fare impazzire il proprio eroe per evidenziare la precarietà della vita di ogni individuo e il destino di smarrimento in una realtà imprevedibile e ingovernabile. Testimoni della difficoltà dell essere umano nella sua lotta contro il caos sono però soprattutto i massimi pensatori italiani del Cinquecento, Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini. Ma se il primo conserva la fiducia che la virtù possa arginare i colpi del destino, il secondo poco dopo mostra una concezione più pessimistica, accertando l impotenza dell uomo dinanzi alla sorte.

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento