2 - Le ansie della corte e l’ideale della vita semplice

LA LETTERATURA PER ARIOSTO DAI TEMI ai testi: T10 > p. 281 T12 > p. 301 è uno strumento critico per riflettere sull esistenza umana e sulla relatività dei suoi progetti e ideali per conoscere la realtà, complicata e dominata dall incertezza | 2 | Le ansie della corte e l ideale della vita semplice Pochi mesi dopo essersi liberato dal servizio presso il cardinale Ippolito, Ariosto si trova costretto ad accettare un nuovo incarico presso il duca Alfonso, ottenuto grazie all interessamento di un cugino, Annibale Malaguzzi. Giacché deve guadagnare da vivere per sé e per la sua numerosa famiglia, sembra proprio che non ci sia per lui alternativa alla vita di corte. Una corte piccola e splendida Diciamo innanzitutto che quella di Ferrara è una corte splendida, ma anche piccola, e che, come in tutti gli ambienti ristretti, non mancano intrighi, invidie e gelosie, cui Ariosto è alieno per carattere. Il poeta conosce bene vizi e difetti di chi gli garantisce il sostentamento. Nonostante egli indirizzi loro dediche piene di lodi retoriche, è ben consapevole di non avere a che fare con eroi, ma con semplici uomini: saggi e intriganti, pavidi e feroci, dominati dalla legge inesorabile della ragion di Stato. L aspirazione alla libertà L ideale di vita di Ariosto è di tutt altro tenore. Egli vagheggia un esistenza tranquilla e serena, nella quale poter realizzare integralmente la sua dimensione umana; un esistenza libera, non in senso assoluto, ma in senso pratico: la libertà a cui aspira è quella di avere tempo sufficiente per potersi dedicare alla lettura, alla scrittura e agli affetti familiari. La letteratura come ricerca di autonomia Tuttavia il desiderio di indipendenza di Ariosto non è ricollegabile soltanto a un carattere schivo e poco amante della vita mondana, ma va letto anche sullo sfondo della mutata temperie storica e culturale. Ariosto simboleggia appieno la crisi dell intellettuale cortigiano, che si adatta con sempre maggiore difficoltà a farsi cantore del signore da cui è stipendiato. Per lui la letteratura è, al contrario, esercizio libero e dignitoso, spazio di autonomia rispetto alle richieste del potere, talora pressanti e invasive. Scrivere rappresenta, in altre parole, il momento in cui l uomo di corte rivendica e ricerca la possibilità di rientrare in sé stesso e di costruire qualcosa per sé, al di là degli obblighi professionali e sociali. Probabilmente è anche per questo che Ariosto coltiva la scrittura con una certa discrezione: egli forse è il primo letterato della nostra tradizione che non tende a monumentalizzarsi , a offrire, cioè, attraverso le sue opere, un immagine idealizzata della propria persona e del proprio lavoro artistico. L AUTORE / LUDOVICO ARIOSTO / 207

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento