Ruzante

Ruzante LA VITA Angelo Beolco, noto come Ruzante dal nome del personaggio da lui inventato e portato sulla scena, nasce a Padova intorno al 1496 da famiglia nobile. Riceve un educazione raffinata, come attestano alcune rime giovanili d imitazione petrarchesca. Assai importanti sono l amicizia e la protezione del nobile Alvise Cornaro, un ricco proprietario terriero per cui Ruzante svolge le mansioni di amministratore e, allo stesso tempo, quelle di organizzatore di spettacoli. Le sue commedie, da lui spesso interpretate come attore, vengono messe in scena in molti palazzi e ville signorili, soprattutto a Venezia, ma anche presso la corte degli Este a Ferrara. Ruzante muore a Padova nel 1542. Una comicità senza idillio LE OPERE Le commedie e le farse di Ruzante, scritte prevalentemente in dialetto pavano (cioè nella lingua parlata nel contado di Padova), ma spesso caratterizzate dall intrecciarsi di diversi linguaggi, occupano un posto del tutto eccezionale nell ambito del teatro rinascimentale. Popolate da personaggi di villani rudi e ingenui, esse devono molta della loro forza alla comicità violenta e amara nonché al dirompente realismo espressivo. Rifiutando il principio di imitazione, Ruzante sceglie di descrivere il cosiddetto «snatural , cioè il mondo autentico delle campagne in contrapposizione a quello, artificioso e ipocrita, della città. In gran parte delle sue commedie, dalla Pastoral (1521) alla Betìa (1523) fino ai cosiddetti Dialoghi (Il Parlamento de Ruzante che iera vegnù de campo, Il ragionamento di Ruzante tornato dal campo militare, e Bìlora, risalenti al 1530 circa), a fare da sfondo alle vicende è una campagna rappresentata senza mistificanti idealizzazioni, polemicamente lontana dalla visione arcadica o satirica offerta dalla letteratura umanistico-rinascimentale. Il Parlamento de Ruzante: la commedia di un mondo affamato Nel Parlamento, in particolare, è rappresentata la drammatica condizione di Ruzante, un reduce di guerra: al ritorno a casa questi, più miserabile di prima, scopre che la moglie ha trovato ospitalità e protezione presso un bravaccio della zona. La donna non vuole più saperne del marito, per non riprendere a vivere un esistenza di stenti, e replica ai suoi inviti accorati a tornare da lui con una frase nella quale condensa la propria semplice e dolorosamente realistica filosofia di vita: «Non sai che ogni giorno si mangia? . E oltre al danno c è anche la beffa per il povero Ruzante, che finisce bastonato dal rivale. La lingua dei contadini veneti Come quella di Folengo, anche l arte di Ruzante matura in un ambiente di raffinata cultura, ma risolve nelle pieghe del dialetto l esigenza di rappresentare la vita reale dei contadini. La lingua diventa uno strumento di denuncia diretta, con cui aderire a un mondo genuino, non filtrato dalle menzogne o dagli artifici della letteratura aristocratica. Paolo Veronese, Le nozze di Cana (particolare), 1563. Parigi, Museo del Louvre.

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento