Il magnifico viaggio - volume 1

Glossario ne maggiore fortuna nella poesia moderna, a partire da G. Pascoli e G. D Annunzio. Esempi: «la melza grossa e l ventr enflàto (Iacopone da Todi, O Signor, per cortesia, v. 16); «Le stelle lucevano rare / tra mezzo alla nebbia di latte (G. Pascoli, L assiuolo, vv. 9-10). O Onomatopea In linguistica, modo di arricchimento delle capacità espressive della lingua mediante la creazione di elementi lessicali che vogliono suggerire acusticamente, con l imitazione fonetica, l oggetto o l azione significata; può consistere in un gruppo o in una successione di gruppi fonici (brrr, crac, bau bau, tic tac), in una serie di sillabe in unità grafica (patapùm, chicchirichì), o anche in una successione di più complesse unità ritmiche (costituendo in tal caso un accorgimento retorico detto armonia imitativa). La serie fonica, la parola o la locuzione formate in seguito a tale procedimento subiscono talvolta un completo adattamento grammaticale, con l aggiunta di desinenze e suffissi che le rendono elementi stabili del lessico della lingua (così bisbigliare , chioccolare , tintinnio ecc.). Ossimoro Figura retorica che consiste nell unione sintattica di due termini contraddittori, in modo tale che si riferiscano a una medesima entità. L effetto che si ottiene è quello di un paradosso apparente. Esempio: «torni la fera bella et mansueta (F. Petrarca, Canzoniere, 126, 29). Ottonario Nella metrica italiana, verso composto di 8 posizioni metriche , con gli accenti principali sulla 3ª e 7ª sillaba. Adoperato fin dalle origini della nostra letteratura, l o. rimase in voga fino a tutto il XV sec.; nel Novecento fu utilizzato da G. Pascoli, che sperimentò anche schemi inconsueti. Esempi: «tanti sòno li sospìri, / che mi fànno gran guèrra (Rinaldo d Aquino, Già mai non mi conforto, vv. 12-13); « ris rto: or come a m rte / la sua préda fu rit lta? (A. Manzoni, La Risurrezione, vv. 1-2). P Palinodia Componimento poetico o discorso nel quale si ritrattano opinioni già professate, illustrando i motivi del cambiamento. La testimonianza più antica del termine risale a Stesicoro che nell ode Palinodia trattò il mito di Elena secondo una versione diversa dalla tradizione più comune, che considerava l eroina spartana 714 la causa prima della guerra di Troia e che lui stesso aveva accolto nell Elena. Parallelismo In retorica, procedimento consistente nel dare rilievo allo sviluppo di un idea mediante una disposizione simmetrica di brevi concetti, per lo più in coppia; nella poesia tale disposizione si risolve spesso in simmetria di ritmo. Esempi: «Dolci ire, dolci sdegni et dolci paci, / dolce mal, dolce affanno et dolce peso, / dolce parlare, et dolcemente inteso (F. Petrarca, Canzoniere, 205, 1-3); «Vigile a ogni soffio, / intenta a ogni baleno, / sempre in ascolto, / sempre in attesa, / pronta a ghermire, / pronta a donare (G. D Annunzio, Laudi, I). Paratassi In sintassi, il collegamento tra due o più proposizioni all interno di un periodo, mediante giustapposizione o coordinazione e non mediante subordinazione. Parodia Travestimento burlesco di un opera d arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo. Con accezione più generica, imitazione deliberata, con intento più o meno caricaturale, dello stile caratteristico di uno scrittore, di un musicista, di un regista ecc., realizzata inserendo nella nuova composizione passi che ne rievochino con immediatezza la maniera. Esempi: il sonetto di F. Berni Chiome d argento fino, che contraffà il sonetto di P. Bembo Crin d oro crespo; Eneide travestita di G.B. Lalli. Paronomasia Figura retorica, detta anche annominazione, che consiste nell accostare due parole simili nel suono ma distanti nel significato; lo scopo è di creare una tensione semantica fra le voci coinvolte. Esempi: «anzi mpediva tanto il mio cammino, / ch i fui per ritornar più volte vòlto (Dante, Inferno, I, 35-36); «Miei dì fersi / morendo eterni, e ne l interno lume (F. Petrarca, Canzoniere, 279, 12-13). Perifrasi Circonlocuzione o giro di parole con cui si significa una qualsiasi realtà cui ci si potrebbe riferire direttamente con un unico termine. Esempio: «Colui che tutto move (Dante, Paradiso, I, 1), per definire Dio, motore dell universo. Piede Nella metrica classica, la più piccola unità ritmica di un verso, formata di due o più sillabe, con una parte forte (arsi) e una debole (tesi). Nella metrica italiana, ciascuno dei due membri, di uguale struttura metrica, in cui è suddivisa la fronte della strofa nella canzone antica o petrarchesca. Plazer Genere di componimento proprio della lirica provenzale, imitato anche in Italia da alcuni poeti dei secc. XIII e XIV, consistente in un elenco di situazioni piacevoli o di desideri, cui talvolta, a opera del medesimo o di altro poeta, è abbinato un analogo componimento, detto enueg, in cui ai piaceri vengono contrapposti corrispondenti fastidi: alla corona dei p. dei mesi di Folg re da San Gimignano rispose Cenne da la Chitarra con la sua serie di enuegs. Poliptoto Figura retorica che consiste nel ripetere una parola già usata a breve distanza, modificandone il caso (o, nelle lingue non flessive, la funzione sintattica), il genere, il numero, il modo e il tempo. Esempio: «Cred io ch ei credette ch io credesse (Dante, Inferno, XIII, 25). Polisindeto Ripetizione della congiunzione tra più periodi, proposizioni o membri di proposizione fra loro coordinati. Esempi: «sì ch io mi credo omai che monti et piagge / et fiumi et selve sappian di che tempre / sia la mia vita (F. Petrarca, Canzoniere, 35, 9-11); «e mangia e bee e dorme e veste panni (Dante, Inferno, XXXIII, 141). Preterizione Figura retorica che consiste nell affermare di voler tacere qualcosa di cui tuttavia si parla o comunque si fa cenno. L effetto ricercato è, in realtà, di mettere in evidenza ciò che apparentemente viene tralasciato. Nel discorso comune compaiono molte forme rituali di p. ( meglio non parlare di , per non dire ecc.). Esempio: «Cesare taccio che per ogni piaggia / fece l erbe sanguigne / di lor vene (F. Petrarca, Canzoniere, 128, 49-51). Prolessi Costruzione sintattica (detta anche anticipazione) in cui una o più parole (o un intera proposizione) sono collocate prima di ciò che sarebbe richiesto dal costrutto ordinario. Esempio: «Guarda la mia virtù s ell è possente (Dante, Inferno, II, 11). Prosopopea Figura retorica che consiste nel raffigurare come persone esseri inanimati o entità astratte. Esempi: «quel loco, de lo qual Amor l ha tratto. / Io non m accorsi, quand io la mirai, / che mi fece Amore / l asalto agli occhi (Cino da Pistoia, Angel di Deo simiglia in ciascun atto, vv. 12-15); «Là, presso le allegre ranelle, / singhiozza monotono un rivo (G. Pascoli, La mia sera, vv. 11-12).

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento