Il magnifico viaggio - volume 1

Glossario bi o dodecasillabi, legati dall assonanza o (con minore frequenza) monorimi. In Italia la l., composta da un numero variabile di versi (ottonari o più spesso alessandrini ) legati da una stessa rima, fu adoperata nei primi ritmi (come il Ritmo laurenziano) e nell antica poesia didattica. Esempio: Francesco d Assisi, Cantico delle creature. Lauda Componimento poetico di argomento religioso e di carattere popolare, proprio della letteratura italiana medievale. Nacque probabilmente fra l Umbria e la Toscana (Iacopone, Guittone), si diffuse largamente in relazione al movimento dei Disciplinati o Flagellanti (1260) e fiorì sino alla fine del XV sec. La primitiva forma era una semplice cantilena in lasse monorime contenente la lode di Dio, della Vergine e dei santi, ma ben presto comparve la l. dialogata, che privilegiò i temi riguardanti fatti del Vecchio e Nuovo Testamento e le leggende sacre, adatti a una rudimentale azione scenica. Quest azione, limitata dapprima a pochissimi personaggi e senza apparato scenico, si venne più tardi ampliando e si recitò su una scena preparata. Di qui nacquero le sacre rappresentazioni. La l. assunse una forma metrica peculiare nel corso del Duecento, soprattutto a opera di Iacopone da Todi. Le l. erano spesso musicate, specialmente quando avevano forma lirica o lirico-narrativa. L accompagnamento strumentale (a quel che appare dalle miniature dei codici) era affidato a viole, liuti, salteri e trombe. Lingua d oc Espressione tradizionalmente usata per indicare il provenzale antico, contrapposto al francese antico o lingua d o l , ma talora riferita anche alle parlate moderne della Francia meridionale (dette perciò occitaniche). Dalla lingua d oc prese nome una delle grandi regioni storiche della Francia, il Languedoc. Lingua d o l Espressione usata per indicare l antica lingua letteraria della Francia settentrionale, contrapposta al provenzale antico (o lingua d oc ). Litote Figura retorica che consiste nella formulazione attenuata di un giudizio o di un idea attraverso la negazione del suo contrario ( non ignaro , ossia esperto; non è un aquila , ha intelligenza scarsa). Esempi: «Non era l andar suo cosa mortale (F. Petrarca, Canzoniere, 90, 9); «Don Abbondio (il lettore se n è già avveduto) non era nato con un cuor di leone (A. Manzoni, I promessi sposi). Locus amoenus Espressione latina che significa luogo piacevole . la descrizione di un paesaggio ideale, dove l uomo vive in armonia con la natura e con i propri simili. Esempio: il Paradiso terrestre nel Purgatorio di Dante. M Madrigale Componimento poetico di origine italiana, basato sul modello metrico della ballata e dello strambotto , connesso in origine al canto a più voci, d argomento prevalentemente amoroso a sfondo idillico, soprattutto pastorale. Tra i più antichi m. sono da ricordare quelli petrarcheschi. In origine lo schema prevedeva 2 strofe di 3 versi ciascuna, variamente rimati, chiuse da una coppia di versi a rima baciata. Le varietà sono tuttavia numerose. Dal XVI sec. il m. si stacca dal canto e muta profondamente. Oltre all endecasillabo viene ammesso il settenario e si afferma una grande varietà metrica. Anche l ispirazione si allarga e abbraccia la politica, la morale, la filosofia. Nel XVIII sec. il m. viene usato soprattutto per esprimere un complimento galante, spesso chiuso in un arguzia; come tale ebbe fortuna presso gli Arcadi. Successivamente, nella sua forma antica, torna in uso presso poeti di gusto arcaizzante del XIX sec.: G. Carducci, S. Ferrari, G. D Annunzio. Metafora Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo aver mentalmente associato due realtà differenti sulla base di un particolare sentito come identico, si sostituisce la denominazione dell una con quella dell altra. un procedimento di trasposizione simbolica di immagini; una similitudine abbreviata in cui il rapporto tra due cose o idee è stabilito direttamente senza la mediazione del come (nella m. l ondeggiare delle spighe , ondeggiare sta a mare come movimento delle spighe sta a campo di grano). A seconda di fattori quali la lingua, la cultura, la distanza concettuale o fisica fra le realtà associate, il tipo di somiglianza individuato, la m. risulterà più o meno nuova ed efficace. La m. svolge funzioni complesse: come meccanismo di arricchimento ed evoluzione della lingua, come mezzo efficace di espressione, come strumento conoscitivo di realtà nuove o colte da nuovi punti di vista (m. scientifiche, macchie solari, buco nero ecc.). Esempio: «Or se tu quel Virgilio e quella fonte / che spandi di parlar sì largo fiume? (Dante, Inferno, I, 79-80). Metatesi Fenomeno linguistico per cui, all interno della stessa parola, due suoni si possono invertire assumendo l uno il po- sto dell altro: si ha la m. a contatto, se i due suoni sono contigui; la m. a distanza, se i due suoni appartengono a due sillabe diverse e non sono contigui. Si ha infine la m. quantitativa quando si inverte reciprocamente la quantità di due vocali contigue. Esempio: «né ti dirò ch io sia, né mosterrolti / se mille fiate in sul capo mi tomi (Dante, Inferno, XXXII, 101-102). Metonimia Figura retorica che risulta da un processo psichico e linguistico attraverso cui, dopo avere mentalmente associato due realtà differenti ma discendenti o contigue logicamente o fisicamente, si sostituisce la denominazione dell una a quella dell altra. Costituiscono relazioni di contiguità i rapporti causa-effetto (sotto la specie autore-opera, leggere Orazio , cioè le opere scritte da Orazio), contenente-contenuto ( bere un bicchiere ), qualità-realtà caratterizzata da tale qualità ( punire la colpa e premiare il merito , cioè punire i colpevoli e premiare i meritevoli), simbolo-fenomeno ( il discorso della corona , cioè il discorso del re o della regina), materiarealtà composta di tale materia ( un concerto di ottoni , eseguito da strumenti musicali fatti d ottone). Si distingue tra m. in cui le realtà associate hanno una relazione di tipo qualitativo e sineddoche , in cui la relazione è di tipo quantitativo. Mimesi Il termine viene usato soprattutto nel linguaggio filosofico, dove acquista importanza con Platone, il quale con esso designa la somiglianza delle cose sensibili alle idee; nella concezione platonica dell arte, la m. è da condannare perché, imitando le cose, che a loro volta sono copia delle idee, si allontana tre volte dal vero. Nell estetica aristotelica, m. acquista un significato positivo, come imitazione della forma ideale della realtà, per cui l operare dell artista diventa simile all operare della natura. Ripreso nella critica letteraria contemporanea, il termine indica generalmente la rappresentazione di una realtà ambientale, sociale, culturale ecc., attuata perseguendo a vari livelli (ideologico, stilistico, documentario ecc.) l obiettivo di una riproduzione il più possibile realistica e impersonale di tali realtà. N Novenario Nella metrica italiana, verso che ha come ultima posizione tonica l ottava. Fu usato raramente nell antica poesia (Dante lo considerò come un metro estraneo alla lirica), pur conoscendo una certa diffusione sostenuta dall imitazione dell octosyllabe francese e provenzale. Otten- 713

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento