Il magnifico viaggio - volume 1

cui non avrò mai più pace e sempre maledirò la mia sorte. Quando la mia casa era ricca, voi non vi degnaste di venirci. Ci venite ora che è povera e mi chiedete un piccolo dono. E la sorte fa in modo che io non ve lo possa dare . E raccontò alla donna come, non avendo altro da offrirle per il pranzo, avesse ucciso e fatto cucinare per lei proprio il falcone. E per dare maggior credito alle sue parole, le fece gettare davanti le penne, le zampe e il becco dell uccello. Viste e udite tali cose, monna Giovanna lo rimproverò perché aveva ucciso un falcone di tale valore per dare da mangiare a una donna. Ma insieme lo elogiò per la sua grandezza d animo, che la miseria non era riuscita a fiaccare. Però il falcone non lo poteva più avere. Piena di malinconia e preoccupata per la salute del figlio, la donna se ne tornò a casa. Il fanciullo, vuoi per la tristezza di non aver avuto il falcone, vuoi per la malattia che lo doveva comunque portare a quel punto, dopo pochi giorni, con grandissimo dolore della madre, morì. Monna Giovanna lo pianse a lungo e amaramente. Ma i suoi fratelli, poiché era ancora giovane e adesso ricchissima, dopo qualche tempo cominciarono a fare pressioni per convincerla a risposarsi. Lei non voleva, ma quelli insistevano tanto che alla fine si decise. E ricordando la grandezza d animo di Federigo e il suo ultimo gesto di magnificenza, disse ai fratelli: «Quanto a me, se a voi piacesse, preferirei restare così come sono. Ma se voi volete che mi risposi, allora vi dico che nessun altro uomo diventerà mio marito se non Federigo degli Alberighi . A tale risposta i fratelli, facendosi beffe di lei, le dicevano: «Sciocca, ma cosa dici? Vuoi sposare proprio lui che non possiede niente al mondo? E monna Giovanna: «Fratelli miei, io so bene che quello che voi dite è vero. Ma preferisco sposare un uomo privo di patrimonio che un patrimonio privo d uomo . Era così determinata che i fratelli, che conoscevano da molto tempo Federigo, nonostante fosse povero gliela dettero in moglie con tutte le sue ricchezze. Così Federigo non solo finì per sposare una donna di così nobili sentimenti e che tanto a lungo aveva amato, ma si trovò anche ricchissimo. Diventò miglior amministratore delle sue sostanze e trascorse con lei felice e contento tutto il resto della sua vita. DENTRO IL TESTO L eroico sacrificio di Federigo I contenuti tematici La novella rappresenta l esempio forse più significativo della celebrazione, da parte di Boccaccio, dell etica cortese. L autore si diverte a rovesciare il topos del cuore mangiato (tipico della letteratura d amore), presente persino nella Vita nuova di Dante ( T3, p. 272). Infatti in questa novella, elegante eppure appassionata, non è il cuore dell amato a essere mangiato dalla dama, ma il corpo del falcone, che il protagonista Federigo, caduto in povertà, non esita a sacrificare pur di imbandire un pranzo degno della sua amata. Questa estrema generosità sarà infine premiata, non senza un grave sacrificio, dall amore della dama stessa. Si tratta di un racconto che rende bene la fede di Boccaccio nei sentimenti più puri come fondamento di una società disinteressata e sincera. Un perfetto cavaliere Federigo è presentato come il tipico nobiluomo feudale. Nei confronti della donna ha un atteggiamento di reverenza e sottomissione. Di tale atteggiamento è emblematico anche un piccolo dettaglio, cioè il fatto che sia lui a servirla a tavola (il quale con somma fede le serviva, r. 96), quasi un simbolo della sua servitù d amore . Neppure il falcone è una presenza scelta a caso dall autore: si tratta infatti di un vero e proprio elemento costitutivo dell identità del cavaliere medievale, in quanto rinvia a una delle attività più consuete praticate dai signori feudali, cioè la caccia. Esso dunque sottolinea la nobiltà di Federigo, che di tutto si vorrebbe privare, ma non di questa sorta di simbolo della propria condizione sociale. Valori cortesi e valori borghesi La novella è di ambientazione aristocratica e aristocratici sono i valori messi in campo da Federigo: prima la noncuranza nei confronti del denaro e lo splendore nello spendere per impressionare con lo sfarzo monna Giovanna, poi la generosità insita nel sacrificare per la donna amata quanto di più caro gli è rimasto (il falcone). Eppure Boccaccio non sembra 628 / IL TRECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento