Il magnifico viaggio - volume 1

go stava nell orto, intento a certi suoi lavoretti. Quando gli dissero che monna Giovanna chiedeva di lui, si meravigliò, e, pieno di gioia, corse alla porta di casa per accoglierla con tutti gli onori. Ella, vedendolo arrivare, gli andò incontro con affabilità tutta femminile e lo salutò: «Buongiorno, Federigo! Sono venuta per ripagarti dei danni che hai avuto a causa mia, amandomi più di quanto io non meritassi. E questo è il compenso per i tuoi dispiaceri: che oggi io, con questa mia compagna, mi fermerò a pranzare familiarmente con te nella tua casa . Al che Federigo umilmente le rispose: «Madonna, non ricordo d aver mai ricevuto alcun danno per causa vostra, ma soltanto del bene. Perché, se mi sono elevato spiritualmente e ho raggiunto qualche valore, l ho fatto per essere all altezza del valor vostro. La vostra generosità nel venirmi oggi a trovare mi fa tanto piacere quanto me ne farebbe se potessi ancora spendere, per ricevervi, tanto denaro quanto ne ho speso nel passato. Sappiate che siete venuta a trovare un ospite molto povero . La fece entrare e la ricevette, pieno di vergogna per la miseria della casa. Poi la fece accomodare in giardino e, non avendo nessuno da cui farle tenere compagnia, le disse: «Madonna, poiché non ho altra servitù, questa povera donna, moglie del contadino, vi farà compagnia intanto che io vado a far mettere la tavola . Sebbene la sua povertà fosse estrema, Federigo non si era reso conto fino a quel momento di quanto fosse disperata la situazione in cui era finito per aver sperperato senza criterio tutte le sue ricchezze. Lo capiva soltanto adesso, rendendosi conto che in casa non c era alcun cibo con cui fare onore alla donna per conquistare la quale aveva riempito di onori tanti uomini. Pieno di angoscia, maledicendo la sorte, andava come impazzito da una stanza all altra, senza trovare né denaro né alcun oggetto da dare in pegno. Era tardi, voleva ricevere degnamente la donna offrendole un buon pranzo, ma non sapeva risolversi a chiedere niente a nessuno, neppure al contadino... In quella lo sguardo gli cadde sopra il suo buon falcone che stava sul trespolo nella saletta. Era la sua unica risorsa. Lo prese, lo trovò grasso e pensò che sarebbe stato una vivanda degna della donna tanto amata... Per cui, senza stare a pensarci su, gli tirò il collo e lo dette a una sguattera che subito lo spennò, lo pulì e lo mise diligentemente ad arrostire su uno spiedo. Federigo aveva ancora qualche bella tovaglia bianchissima. Fece apparecchiare la tavola e col viso lieto tornò in giardino e disse a monna Giovanna che il modesto pranzo che le poteva offrire era pronto. La donna e la sua accompagnatrice si misero a tavola e, senza sapere cosa avevano nel piatto, insieme a Federigo che le serviva pieno di sollecitudine mangiarono di gusto il buon falcone. Finito il pranzo, conversarono piacevolmente per un poco, finché alla donna parve arrivato il momento di dire il motivo per cui era venuta. «Federigo disse parlandogli con grande dolcezza, «se consideri tutto quello che facesti per me nel passato, se ripensi alla mia onestà che ti poté forse sembrare segno d un animo duro e crudele, ti meraviglierai della mia presunzione quando saprai perché ti sono venuta a trovare. Tu non hai mai avuto figli e non sai quanto è forte l amore che ci lega alle nostre creature. Altrimenti mi scuseresti almeno in parte. Tu non hai figli. Io però ne ho uno, e non mi posso sottrarre alla legge comune a tutte le madri. l amore materno che mi costringe a fare una cosa che non mi piace, che non è né giusta né conveniente: a chiederti in dono una cosa cui so che tieni moltissimo. E a buona ragione, perché è l unica consolazione, l unico svago, l unico piacere, l unica risorsa che ti ha lasciato la tua estrema sfortuna. Il dono che ti chiedo è il tuo falcone. Mio figlio se ne è invaghito così forte che, se non glielo porto, temo che la malattia che l ha colpito si aggravi e che io rischi di perderlo. Non te lo chiedo per l amore che mi porti, in nome del quale tu non mi devi niente. Ma per la tua grandezza d animo, che si è mostrata maggiore di ogni altra proprio nella generosità e nella munificenza, ti prego di volermelo donare. Il tuo dono salverà la vita a mio figlio e io te ne sarò riconoscente per sempre . Quando Federigo si rese conto che la donna gli chiedeva proprio quello che lui le aveva offerto da mangiare e che quindi non poteva più darle, scoppiò in un pianto così dirotto che non riusciva a parlare. Monna Giovanna sulle prime pensò che piangesse per il dolore di separarsi dal falcone e fu per dirgli che non lo voleva più. Ma si trattenne e decise di aspettare che si calmasse e potesse rispondere. Quando fu in grado di parlare, Federigo le disse: «Madonna, da quando piacque a Dio che io mi innamorassi di voi, la sorte mi è stata sempre nemica e di molte cose ho avuto motivo di lamentarmi. Ma tutte le mie passate disgrazie sono niente rispetto a quello che mi capita oggi, per L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 627

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento