Il magnifico viaggio - volume 1

DENTRO IL TESTO Lisabetta eroina tragica I contenuti tematici Quello di Lisabetta è un amore dall esito tragico. La ragazza incarna, con il suo gesto estremo (staccare la testa dal cadavere dell amato per portarla con sé), la potenza dell amore nonostante il destino avverso, traendo da sé, dalla propria interiorità, una forza fino a poco prima imprevista e impensata. Boccaccio non può che ammirarla: descrivendo la sua sfortunata vicenda, implicitamente accusa i fratelli della ragazza di essere stati sordi e ciechi alle ragioni dell amore, che lo scrittore difende in ogni punto della sua opera. L attesa vana di Lisabetta, la sua lucida follia, la conclusione drammatica della vicenda conducono a un atmosfera fiabesca (sottolineata da alcuni critici, come Luigi Russo) che però non fa venir meno il realismo della situazione iniziale (evidenziato da altri studiosi, come Attilio Momigliano). L ambigua posizione dei fratelli Lisabetta ama Lorenzo, ma i fratelli non approvano questa relazione. Perché? Oltre al fatto che ritengono di dover essere loro, gli uomini di casa, a decidere chi la sorella debba sposare, forse reagiscono anche per la modalità con cui ne sono venuti a conoscenza: a cose fatte, senza che prima sia stato chiesto loro il permesso. D altra parte un rapporto sessuale fuori dal matrimonio determinava il disonore della ragazza, una macchia infamante. In effetti proprio questa è la preoccupazione espressa esplicitamente: l infamia della sorella potrebbe procurare loro, agli occhi della gente, danno, sconcio, vergogna (r. 27); in altre parole una relazione illecita della sorella potrebbe danneggiare i loro affari. C è però anche un altra ragione, di tipo sociale: Lorenzo per quanto loro uomo di fiducia (tutti i lor fatti guidava e faceva, rr. 9-10) è soltanto un lavoratore dipendente , un salariato , mentre loro sono i padroni, i proprietari del fondaco. Essi rappresentano, cioè, un agiata famiglia di mercanti e, se mai decidessero di maritare la sorella, vorrebbero come cognato un uomo di ceto più alto: in questo senso potrebbe emergere, da parte di Boccaccio, una critica all estremizzazione della «ragion di mercatura , una logica puramente economica quale metro di giudizio dei fatti e criterio dei comportamenti, che, se non moderata da altre considerazioni, può produrre risultati aberranti. C è anche chi, attraverso una lettura psicanalitica della novella, ha ipotizzato un legame potenzialmente incestuoso, seppure su un piano latente, tra i fratelli e Lisabetta: essi, che la considerano una loro proprietà , sarebbero gelosi di ogni altro uomo interessato a lei (per questo non le avrebbero ancora trovato marito) e quindi pronti a preservarne con ogni mezzo la vagheggiata purezza . La sottomissione femminile Ciò che appare certo è che la condizione della donna per come emerge dalla novella è di assoluta sottomissione al potere maschile, un potere con il quale peraltro appare impossibile comunicare. Se Lisabetta è ancora nubile, è perché i fratelli non l hanno ancora maritata: nell orizzonte sociale in cui si colloca il racconto, non è evidentemente contemplata la possibilità per una ragazza di scegliersi il futuro sposo. Quando Lisabetta chiede loro notizie di Lorenzo, essi la zittiscono bruscamente. Prima di uscire a fare una passeggiata, deve domandare loro il permesso (avuta la licenzia d andare alquanto fuor della terra a diporto, r. 56). Di fatto in tutta la novella non troviamo citate le parole di Lisabetta: il suo silenzio, accompagnato dal pianto, è il segno più forte della sua subalternità agli uomini di casa. Va notato però che l esito della vicenda evidenzia la sconfitta dei fratelli di Lisabetta: uccidendo Lorenzo, hanno ucciso anche lei, e ora devono abbandonare i loro affari in Sicilia per cambiare città. Il simbolo del vaso Un particolare crudo, orrido, raccapricciante è senz altro quello del vaso di basilico in cui Lisabetta seppellisce la testa di Lorenzo. Sempre sulla scorta di un interpretazione psicanalitica, esso rappresenterebbe una sorta di oggetto sostitutivo dell amante defunto; e anche un immagine di una maternità che la donna non ha avuto modo di sperimentare: il vaso come il grembo, la testa come il figlio che Lorenzo non ha fatto in tempo a donarle. Occorre rilevare, tuttavia, che la narrazione non indulge in eccessivi dettagli e che la rappresentazione dell atto cruento è simile a quella delle situazioni analogamente macabre di certe fiabe. 610 / IL TRECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento