Il magnifico viaggio - volume 1

320 Andreuccio, abbandonato nella tomba dai suoi compari, mette in fuga un altro gruppo di ladri e infine si salva 325 330 335 340 345 350 lasciaron racchiuso. La qual cosa sentendo Andreuccio, quale egli allor divenisse183 ciascun sel può pensare. Egli tentò più volte e col capo e con le spalle se alzare potesse il coperchio, ma invano si faticava: per che da grave dolor vinto, venendo meno cadde sopra il morto corpo dell arcivescovo; e chi allora veduti gli avesse malagevolmente avrebbe conosciuto chi più si fosse morto, o l arcivescovo o egli. Ma poi che in sé fu ritornato, dirottissimamente cominciò a piagnere, veggendosi quivi senza dubbio all un de due fini dover pervenire: o in quella arca, non venendovi alcuni più a aprirla, di fame e di puzzo tra vermini del morto corpo convenirlo morire,184 o vegnendovi alcuni e trovandovi lui dentro, sì come ladro dovere essere appiccato.185 E in così fatti pensieri e doloroso molto stando, sentì per la chiesa andar genti e parlar molte persone, le quali, sì come gli avvisava,186 quello andavano a fare che esso co suoi compagni avean già fatto: di che la paura gli crebbe forte. Ma poi che costoro ebbero l arca aperta e puntellata, in quistion caddero chi vi dovesse entrare, e niuno il voleva fare; pur dopo lunga tencione187 un prete disse: «Che paura avete voi? credete voi che egli vi manuchi?188 Li morti non mangian gli uomini: io v entrerò dentro io . E così detto, posto il petto sopra l orlo dell arca, volse il capo in fuori e dentro mandò le gambe per doversi giuso calare. Andreuccio, questo vedendo, in piè levatosi prese il prete per l una delle gambe e fé sembiante189 di volerlo giù tirare. La qual cosa sentendo il prete mise uno strido grandissimo e presto dell arca si gittò fuori; della qual cosa tutti gli altri spaventati, lasciata l arca aperta, non altramente a fuggir cominciarono che se da centomilia diavoli fosser perseguitati. La qual cosa veggendo Andreuccio, lieto oltre a quello che sperava, subito si gittò fuori e per quella via onde era venuto se ne uscì della chiesa; e già avvicinandosi al giorno, con quello anello in dito andando all avventura, pervenne alla marina e quindi al suo albergo si abbatté;190 dove li suoi compagni e l albergatore trovò tutta la notte stati in sollecitudine de fatti suoi.191 A quali ciò che avvenuto gli era raccontato, parve per lo consiglio dell oste loro che costui incontanente si dovesse di Napoli partire; la qual cosa egli fece prestamente e a Perugia tornossi, avendo il suo192 investito in uno anello, dove per comperare cavalli era andato. 183 quale divenisse: di quale animo allora diventasse (evidentemente preoccupato). 184 convenirlo morire: dovere morire. 185 appiccato: impiccato. 186 sì come gli avvisava: a quanto po- teva capire. 187 tencione: discussione. 188 manuchi: mangi. 189 fé sembiante: finse. 190 si abbatté: capitò. 191 in sollecitudine de fatti suoi: in an- sia per lui. 192 il suo: il proprio denaro. DENTRO IL TESTO Una novella assai riuscita I contenuti tematici questa una delle novelle più lunghe dell intero Decameron (ma è anche un testo straordinariamente compatto dal punto di vista narrativo: il tutto si svolge nello spazio di poche ore). inoltre senza dubbio una delle più riuscite, per la varietà dei fatti raccontati, per l incisività dei caratteri dei personaggi, per la sottile indagine psicologica delle motivazioni che muovono il loro agire. Soprattutto efficace è lo studio dei personaggi, abilmente rappresentati in azione e fissati con rapidi e nitidi tratti. Esemplare in questo senso è la figura del protagonista, Andreuccio: mai uscito dalla sua Perugia, inconcludente negli affari, incauto e un po sbruffone nel mostrare in pubblico il proprio denaro, credulone L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 599

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento