Il magnifico viaggio - volume 1

125 130 135 140 145 150 155 160 Queste parole piacquero molto al santo uomo e parvongli argomento88 di bene disposta mente: e poi che a ser Ciappelletto ebbe molto commendato questa sua usanza,89 il cominciò a domandare se egli mai in lussuria con alcuna femina peccato avesse. Al quale ser Ciappelletto sospirando rispose: «Padre mio, di questa parte mi vergogno io di dirvene il vero temendo di non90 peccare in vanagloria . Al quale il santo frate disse: «Di sicuramente,91 ché il vero dicendo né in confessione né in altro atto si peccò giammai . Disse allora ser Ciappelletto: «Poiché voi di questo mi fate sicuro, e io il vi dirò: io son così vergine come io usci del corpo della mamma mia . «Oh, benedetto sia tu da Dio! , disse il frate, «come bene hai fatto! e, faccendolo, hai tanto più meritato, quanto, volendo, avevi più d arbitrio92 di fare il contrario che non abbiam noi e qualunque altri son quegli che sotto alcuna regola son constretti .93 E appresso questo il domandò se nel peccato della gola aveva a Dio dispiaciuto. Al quale, sospirando forte, ser Ciappelletto rispose di sì e molte volte; per ciò che, con ciò fosse cosa che94 egli, oltre alli digiuni delle quaresime che nell anno si fanno dalle divote persone, ogni settimana almeno tre dì fosse uso di digiunare in pane e in acqua, con quello diletto e con quello appetito l acqua bevuta aveva, e spezialmente quando avesse alcuna fatica durata95 o adorando96 o andando in pellegrinaggio, che fanno i gran bevitori il vino; e molte volte aveva disiderato d avere cotali insalatuzze d erbucce, come le donne fanno quando vanno in villa,97 e alcuna volta gli era paruto migliore il mangiare che non pareva a lui che dovesse parere a chi digiuna per divozione, come digiunava egli. Al quale il frate disse: «Figliuol mio, questi peccati sono naturali e sono assai leggieri, e per ciò io non voglio che tu ne gravi più la coscienza tua che bisogni.98 A ogni uomo avviene, quantunque santissimo sia, il parergli dopo lungo digiuno buono il manicare99 e dopo la fatica il bere .100 «Oh! , disse ser Ciappelletto, «padre mio, non mi dite questo per confortarmi: ben sapete che io so che le cose che al servigio di Dio si fanno, si deono fare tutte nettamente101 e senza alcuna ruggine102 d animo: e chiunque altramenti fa, pecca . Il frate contentissimo disse: «E io son contento che così ti cappia nell animo103 e piacemi forte la tua pura e buona conscienza in ciò. Ma dimmi: in avarizia hai tu peccato disiderando più che il convenevole o tenendo quello che tu tener non dovesti? .104 Al quale ser Ciappelletto disse: «Padre mio, io non vorrei che voi guardasti perché105 io sia in casa di questi usurieri: io non ci ho a far nulla,106 anzi ci era ve- 88 parvongli argomento: gli sembraro- no prova. 89 commendato questa sua usanza: lodato l abitudine di Ciappelletto di fare di tanto in tanto una confessione generale. 90 temendo di non: temendo (il non è il ne latino, presente in quella lingua con i verbi di temere). 91 sicuramente: senza timore. 92 arbitrio: libertà. 93 che non abbiam constretti: rispetto a 576 / IL TRECENTO noi (frati) e a chiunque altro sia sottoposto a una regola religiosa (cioè coloro che, come frati e monaci, hanno fatto voto di castità). 94 con ciò fosse cosa che: sebbene. 95 durata: sostenuta. 96 adorando: pregando. 97 in villa: in campagna. 98 che tu bisogni: che tu ne appesantisca la tua coscienza più del necessario. 99 il manicare: quello che mangia. 100 il bere: quello che beve. 101 nettamente: in modo rigoroso. 102 ruggine: macchia. 103 che così ti cappia nell animo: che al- berghino in te tali sentimenti (letteralmente, che così ti stia nell animo , dal latino capere, contenere ). 104 dovesti: avresti dovuto. 105 guardasti perché: deste peso al fatto che. 106 io non ci ho a far nulla: io non ho nulla a che fare con loro.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento